domenica, marzo 02, 2008

C'è un futuro possibile per la tv?

C'è. Da un lato riguarda la qualità. Fiorello è stata la dimostrazione lampante che i telespettatori esistono.
Dall'altro lato riguarda la frantumazione. Ottimo a tal proposito il testo di Roldano de Persio che ne analizza bene le prospettive in un testo pubblicato su Comunitazione.it

Partendo da Fiorello e dal suo Viva radio due minuti, ci sono alcuni elementi importanti da analizzare: l'orario in cui viene trasmesso; la durata del programma. Due elementi importanti. Sull'orario... non c'è bisogno di parlarne. Della durata sì.
Il programma di Fiorello mi chiede di star davanti alla tv per pochi, pochissimi minuti; San Remo melo richiede per ore e ore. E in più melo richiede per cinque giorni.

Ma gli elementi importanti del futuro della tv li rivela Pippo Baudo: la tv deve adeguarsi alla nuova società, alla nuova gestione del tempo personale; alla nuova varietà di mezzi.

La tv posso guardarla in streaming; posso guardarla in peer-to-peer; posso anche guardarla a spezzoni.
Non ho visto tutte le puntate di zelig, ma con youtube mi diverto a riascoltare Gioele Dix e gli altri.

Le tv adesso devono dunque imparare a gestire questi nuovi media, a integrare le trasmissioni all'interno di questi nuovi spazi mediali e gestire gli utenti che vanno anche lì.

Un esempio, proprio su San Remo: la rai avrebbe potuto creare un canale su youtube "sanremo", caricarci dentro le esibizioni della prima serata e farcele rivedere; nello stesso tempo avrebbe potuto dirci: ehi, vuoi vedere la sua esibizione dal vivo? beh, alle 22 e 35 questo artista è in diretta su Rai Uno; vuoi chiacchierare con lui o hai delle domande da fargli? lo trovi in chat alle 13, questa è la sua mail; il suo contatto skype ecc... Vuoi votare le migliori canzoni? allora crea la tua classifica, esporta la playlist e inglobala nel tuo blog.
E poi vota attraverso il sito e fai votare i tuoi lettori; esprimi le tue opinioni su questo brano.

E ci sono altre cose da poter fare.

Se la tv impara a non gareggiare con l'internet, ma ad integrarvisi, e ad analizzare come il pubblico dei media è cambiato nella scelta e nella usufruizione dello strumento allora la tv potrebbe risvegliarsi e risorgere alla grande.

La tv generalista ha una caratteristica unica, che per alcuni è anche il suo peggior difetto: quello di farti accomodare su un divano e trasportarti all'interno di un flusso; e volte è molto bello farsi guidare senza dover star lì a scegliere, cliccare, selezionare... è rilassante la tv generalista; il problema? la tv generalista è poco interessante.

Ho dato uno sguardo a San Remo quest'anno. Ho visto punti eccellenti di televisione. Anche punti molto bassi, ma ci stanno.
Ci sono stati duetti estremamenti interessanti: Ben Harper con Jovanotti.


Ora la Rai finalmente inizierà ad interrogarsi su come invertire la rotta intrapresa; ora, in ritardo di sei anni almeno. Meglio tardi che mai.

Ovviamente anche Zelig, Striscia la notizia e tutti gli altri programmi televisivi dovranno interrogarsi, insieme agli autori, ai registi, ai conduttori.

Ma si può fare un'ottima televisione, di qualità e integrarla con le potenzialità della rete; riacquistare così nuovi inserzionisti, diversificarli maggiormente e tornare a godere delle tv di qualità.

Aggiornamenti da Comunitàzione.it