mercoledì, febbraio 25, 2009

...a latere

A latere, così, per sfogo forse più che per "prenderne nota".

Penso che a quindici anni, quando senti di avere le risposte giuste a tutte le domande, di governare il mondo, di averlo capito e compreso appieno; o forse non sono quindi, ma 18, 21; quando a quell'età hai la convinzione di poter e voler lottare contro i venti, i mulino a vento e i lenti, in quel periodo in cui sei certo di aver capito tutto: bene, era vero.
Avevi davvero capito tutto, ma proprio tutto: ritmi, modi e anche priorità della vita.

Poi di colpo arrivano gli "adulti"... e i bambini una volta uomini non giocano piu piano piano perdono il valore di tutte le cose... e ti insegnano il loro modo di vivere il mondo, le loro priorità e di fanno dimenticare tutto ciò che con pazienza tu hai scoperto con le tue forze per 15/18/21 anni di seguito.
Una domanda: da adulto quanto tempo dedichiamo alla scoperta e alla ricerca del nostro "futuro"? certamente meno e con meno possibilità di concentrarci.

E allora...
A te che forse hai meno di 21 anni, non lasciarti ingannare: tu ora hai capito quasi tutto della vita, non farti imbrogliare.


martedì, febbraio 17, 2009

Crisi economica: opportunità.

Ho provato a raccontarvi perché a me piace la crisi economica in
- La Crisi Economica: evviva, evviva.
- La crisi economica: pahuuuura!

Adesso mi sembra giusto approfondire perché nella crisi vedo sopratutto opportunità. Già: opportunità. Di rifondare l'Italia; il mio sud, la mia calabria; la mia agenzia di comunicazione. perchè lo vedo possibile.

Vista nel settore della comunicazione, non è che in Italia si stesse male, però era diventata un po' troppo la terra dei furbetti (il quartierino), dei cuginetti (i maghi del pc anche di quindici anni tutto fare), delle reginette (agenzie di pianificazione) e dei principini (le agenzie di comunicazione ipostatizzate); bene adesso è il momento di ripartire.

Abbiamo bisogno di accendere il cervello e ragionare, pensare, creare, condividere, costruire e sopratutto prendere parte e inventare.
Dobbiamo assolutamente prendere parte alla vita sociale, culturale, economica e sociale: perché per risalire la china avremo bisogno delle nostre forze, di quelle di tutti. Ed è in questi momenti che le persone danno il meglio di se: sotto stress, sotto tensione e costretti ad agire. Lo sappiamo no.
E allora ecco che la crisi economica rappresenta una grande opportunità: mettersi tutti in gioco. finalmente.

La ristrettezza economica poi invita e costringe le aziende a investire al meglio le risorse; vero. Ma dall'altro lato permette a molte più aziende di competere tra loro. Mi spiego: se prima i grandi colossi spendevano 100 volte il mio capitale in R&S adesso ne spenderanno 10volte, perché per loro un taglio da 100'000 euro a 10'000 è un taglio importante, per me da 10'000 anche se fosse a 1'000 non avrebbe la stessa "importanza" come taglio... non so se son riuscito a dirlo nel modo corretto. Con 100'000 euro si pagano gli stipendi di 10 persone; con 10'000 di una. Quindi è impossibile competere contro quella forza, ma tra una persona pagata 10'000 euro, e una pagata 1'000 magari è più facile competere... (è un esempio, ma il ragionamento penso vada da se)

Rappresenta un'opportunità sopratutto per quelle aziende quindi che vogliono investire adesso: pensate a quelle imprese dove è il titolare a fare R&S (anche di new business), avrà certamente la possibilità di conquistare importanti fette di mercato; e se a questo punto, a parità di valori economici messi in campo si potessero valorizzare le vere competenze? e magari migliorare le tue e farle emergere? e magari ancora presentare dei piani low budget e hi performance?

Ecco; questi sono aspetti che vedo come opportunità nella crisi economica.

E poi... aguzzare l'ingegno.
Voglio fare un esempio pratico. Sono dieci anni che realizzo siti web di tutti le tipologie, progettando community, servizi, e vetrine; però in questi dieci anni ho raggiunto una certa maturità nella progettazione di community innovative; bene, se voglio sopravivvere alla crisi economica sarà il caso di stringere i denti, concentrare le mie energie, i miei studi e le mie ricerche verso questa unica direzione; confezionando best practice, case history, e un ricco portfolio dedicato a questo tema e poi farlo vedere ai potenziali clienti.
Certo funzionava così anche prima; ma prima, dico per dire, l'armando testa poteva dedicare 6 stagisti e due senior per x giorni allo studio esclusivo di una gara; io invece, piccolo imprenditore preso per la gola dalla carenza della fluidità di cassa non potevo farlo; e allora vincevano loro.

Adesso che anche i grandi gruppi hanno ristrettezze di questo tipo probabilmetne ci ritroveremo a gareggiare un po' più a armi pari e quello che emergerà sarà l'innovazione, l'invetiva e la qualità delle idee...

Ovviamente tutto ciò AMMA (a mio modesto avviso... lo scrivo AMMA, perché odio la pigrizia della lingua italiana che si è appiattita su uno sterilissimo IMHO).

lunedì, febbraio 16, 2009

La crisi economica: pahuuuura!

Paura. Sì, paura.
Perché quel ministro (compreso il primo) e quell'altro (compresa la Gelmini) continua a parlarci di crisi, crisi, crisi. E anche Veltroni dice che la crisi durerà tre anni (potere di futurologo? bah). E questo fa paura.

La gente, se c'è la crisi economica deve effettuare dei tagli; lo dicevamo anche nel post di prima in fondo; anche se preferisco parlare di razionalizzazione... va bene, si vada anche con i tagli; e tagliamo. Ma cosa? noeh, non ci pensate proprio; ahio! lo sapevo, hanno tagliato un'altra cosa che costa poco e influisce molto poco sul bilancio rispetto ad altre voci che invece...

Esempio: quante aziende avranno deciso di tagliare le spese sul "caffè offerto ai dipendenti"? sì,la macchinetta del caffè... i buoni pasto; i rimborsi spese per trasferte, benzina, ristoranti; le ore di straordinario, i premi di produzione... Ehi, posso dirvelo in modo chiaro: ma siete impazziti? scusate la volgarità.

Ma quelli quanto vi costano in un anno? sì certo, vi costano; ma non sono uno spreco, sono GRATIFICAZIONI!. Cavolo; gratificazioni. I dipendenti sono già bistrattati da più parti; la crisi l'avvertono in paura e tensioni; adesso anche in azienda no dai, vene prego; sarebbe un errore dar loro questo colpo. Psicologicamente farete avvertire di più questa crisi.Dovete far dei tagli fateli in modo razionale. E poi: siete sicuri che dovete farli? non si può per caso migliorare l'offerta; differenziarla; offrire nuovi servizi; dedicarvi con maggiore serietà e serenità a delle nicchie di mercato che già servite ma a cui potreste dedicare maggiori attenzioni massimizzando i profitti?

Eh sì dai, certo che si può.

La crisi economica mi fa paura perché tutti ne parlano in modo "terrorizzante" senza molta cognizione di causa e senza troppe capacità.Non so se sia la metafora migliore, ma ho immaginato il sistema economico come il sistema idrico, che vista nel piccolo potremmo raccontare così: se la damigiana è da duecentro litri posso riempire equamente 200 bottiglie da litro oppure spareggiare le parti. Se però una parte di acqua la lascio nella bottiglia (o peggio nella damigiana)... più bicchieri saranno vuoti o avranno meno acqua nella migliore delle condizioni.I bicchieri devon esser riempiti; questo è l'obiettivo. se però uno evita di versare l'acqua, e
poi anche un altro e così via... beh, ci sarà poca acqua in circolazione e il resto viene da se.

Ora quello che si dovrebbe fare è evitare di far paura alla gente; se non guadagni meno di ieri perché hai paura, di cosa? per giunta stanno diminuendo i prezzi al consumo di alcuni beni (e comunque su questo l'intervento dei Governi sarebbe auspicabile)... allora perché mai aumentare il tuo risparmio? perché diminuire i tuoi investimenti caro imprenditore? a qual fine spingere di meno i tuoi prodotti sul mercato? perché c'è la parola crisi in giro per il mondo? beh, la crisi amico mio la stai creando tu in questo modo, scusa ma dovevo dirtelo.

Certo semplificando, giocando e parlando molto in modo micro forse...

però a me la crisi fa paura per questa ragione: la gente ha paura della crisi perché ne sente parlare tanto, la avverte un pochino e si chiude a riccio, almeno nella quantità che ne sente parlare e crea la crisi vera, anzi, anche peggio di quella preventivata.

Ora non vorrei esagerare, ma AMMA (a mio modesto avviso) la crisi è molto ma molto generata dalla paura; e poco, pochissimo reale. Ci sono imprenditori che si lamentano; altri che hanno visto il fatturato e il ricavo aumentare.

Quelli che si lamentano alcuni hanno ragione: vendono meno. Altri invece non vendono meno, ma si lamentano e si proteggono per paura.
Non vorrei davvero che tra dieci anni riguardandoci indietro ci troveremo a dirci: però, la crisi era di intensità 4/10 e noi l'abbiamo trasformata, per paura, in una di intensità 10/10...
Più è bassa l'intensità della crisi, meno avremo paura di investire sul nostro futuro e più veloce sarà la ripresa; e sarà una ripresa anche del mio sud se la gente saprà sfruttare l'occasione.

(leggete anche "la crisi economica: evviva" però, senno vi fate un'idea errata di come la penso :DD)

domenica, febbraio 15, 2009

La Crisi Economica: evviva, evviva.

Evviva la crisi economica. Sì, mi piace. Mi piace perchè penso che sia una grossa opportunità. Nessuno può più prendersi/ci in giro. Eheh! già, immagini di poter comprare la macchina a rate, oppure è meglio stavolta stare un po' più attenti, metter da parte di soldi e poi magari pensarci un attimo meglio? ah, ma certo, volevi regalarla a tuo figlio; no dai, sul serio? non è meglio forse aspettare un po' e non fare questo passo afrettato? quel ragazzo probabilmente capirà cosa gli stai dicendo, no!?

Già, così in azienda: dai, compriamo una telecamera nuova, un mac nuovo, un HD nuovo, tanto lo paghiamo a rate. A rate?! E se poi non cela facciamo? beh dai, cosa vuoi che sia pagheremo in ritardo gli stipendi, mica sarebbe la prima volta. No certo che non sarebbe la prima volta; però forse se non mi date lo stipendio e non pago la carne al macellaio lui non può pagarti il calendario delle scrofe che gli abbiamo realizzato; che ne pensi?

Certo. La gente ragiona di più. E non si è neppure vista la rincorsa al sale, allo zucchero e alla farina; segno che la gente ragiona.

E dal punto di vista delle imprese?
Non si possono più permettere errori.
Non si può fare più nessun tipo di investimento sbagliato.

Tanto meno in comunicazione.

Ecco che diventa essenziale scegliere l'agenzia giusta; che abbia all'interno il personale adeguatamente preparato, fresco e frizzante; e che possibilmente mi spinga per attività di comunicazione low budget e hi performance. Già. Low budget e Hi perfomarce.
Ecco cosa vogliono le aziende: alti ritorni dagli investimenti. Sì lo so, dovrebbe essere la loro richiesta di sempre; ma prima il fallimento era tollerabile, la sperimentazione necessaria anche in comunicazione (eri circondato da piccole pseudoagenzie che fanno sviluppo e ricerca sulle tue spalle...) adesso invece devi assolutamente spingere, spingere, spingere sulle leve giuste e nel modo migliore.

Ecco perché mi piace la crisi; rischia di rimettere al posto un po' di situazioni. Giusto avere i free-lance, ma il cuginetto che sa fare il sitino non è paragonabile a un'agenzia di comunicazione; quindi se vuoi far business ora non puoi più permetterti di rischiare: chiama un'agenzia preparata e seria.

Dall'altro lato le agenzie hanno bisogno di veri professionisti; ibridi oltre tutto; perché il mondo è cambiato, ma loro non sene erano accorte; cercavano ancora art e copy quando ormai il copy è un blogger che sa programmare in HTML almeno e sela cavicchia con photoshop; mentre l'art è uno scrittore eccellente per il proprio blog che sa intrattenere rapporti con i clienti e come minimo usa telecamere, macchinefotografiche e programmi di montaggi video meglio degli operatori rai.

Già, il mondo è cambiato; le agenzie non sene sono accorte; le imprese neppure. E' arrivata la crisie tutti ad aver paura e invece... la crisi è una grossa opportunità: i migliori sopravviveranno migliorando i profitti e selezionando le risorse; ma la cosa bella è che il migliore sarà proprio chi saprà fare queste scelte; non chi già oggi è il migliore.

La crisi rimette in discussione i valori in campo e valorizza le competenze personali e aziendali (la black-box dell'impresa). Eccoci allora: diamo forza al valore delle risorse interne, selezioniamo le migliori risorse che sono lì fuori sul mercato e diamo le risposte adeguate alle imprese.

Bhu, non so; voi cosa ne pensate?

La Crisi economica.

Siccome questo non è un blog ma il mio personale blocco di appunti, moleskine, o come lo volete chiamare (perché non è il medium che fa il messaggio, ma il messaggio che determina il medium a mio modesto avviso (abbreviato con AMMA da ora in poi - che sostituisce IMHO nel mio cervello perché odia la pigrizia della lingua italiana)); dicevo sicomme per me è un blocco di appunti butto giù delle tracce.
Stavolta ci tengo però a dar un minimo di ordine. Lascerò che sia la crisi a stupirmi. Sì lei, la grande crisi economica mondiale.
Di lei parlerò.
Non essendo un economista non avrò pretese di esaustività o rigore scientifico, ma voglio discuterne, chiacchierarne, esprimere il mio parere e raccontarvi cosa:a) mi affascina della crisi;b) cosa mi spaventa della crisi;c) quali prospettive e opportunità vedo nella crisi;d) quali sono le cose che "AMMA" andrebbero evitate.
Ci proverò; con il mio solito non rigore e uno stile canzonatorio :D
Vediamo.

martedì, febbraio 03, 2009

Il disagio sociale: non nasce dalla famiglia.

E mi spiace, oltre che stupire. Qua si parla sempre più spesso di politica della famiglia per risolvere il disagio sociale, quando in realtà il disagio sociale è sociale, mica familiare (per definizione; dico).

E allora perché da più parti si invocano leggi e azioni per la famiglia? per la tutela, per... ma qualunque cosa tranne una: i giovani vivono un disagio sociale molto forte, uno spiazzamento completo tra il modello di realtà disegnata (non sognata, da badare, ma disegnata) e la realtà vissuta.
Poniamo il caso di voler tracciare un cerchio. Si ha un'idea molto precisa di quel che sia. Poi lo tracci e ti rendi conto che... cioè, non sei mica Giotto. E mica è un problema. Non sei Giotto, sei Francesco, Luigi, Antonella, Alberto, Giovanna, Luca, e allora? Niente, chisenefrega.
Però la distonia tra il cerchio percepito e quello realizzato è la stessa distonia che hanno in mente i giovani tra quel che gli viene propinato come divertimento, stile di vita e fine della vita e quello che in realtà poi alla fine vivono.

Ecco. Se le istituzioni vogliono far qualcosa inizino a dare ai giovani la vita che meritano, sognano e desiderano; e che sopratutto vedono come possibile.

Per far un cerchio come quello di Giotto uso il computer o un compasso, per migliorare la qualità della vita ci saranno pur tanti begli artefatti; ecco, loro hanno scoperto la droga; e non solo. Noi cosa gli proponiamo?

Leggi! Scuola, educazione ecc. ma vah, che soluzione del piffero.

Chiuderei con un piccolo video; un brano di Brassen tradotto da De Andrè.

lunedì, febbraio 02, 2009

Il messaggio è il medium

Se da qualche parte ci si chiede cosa succederà ai mezzi di comunicazione col passare del tempo e se i capelli bianchi li porteranno a disintegrarsi o a modificarsi poche sono le certezze di fatto.Il mezzo cede sempre di più il passo al messaggio diventando egli stesso il medium (il messaggio è il medium, non più il contrario oserei dire); e i localismi diventano sempre più importanti.Guardare facebook per credere.

Quanti sono i gruppi del tuo piccolo centro abitato ad esser presenti su Facebook? quanti, li hai contati bene? sì, del mio sì, e tra diciture variabili e sfotto di contesa, ne risultano una quantità non più contabile (più di 500 dice facebook stesso)...

Ed è così che acquisisce importanza il locale anche per gli editori, che si concentrano sempre di più nella creazione di una proposta molto localizzata di informazioni, news, intrattenimento.

Forze che da un lato cercano di aggregare. Dall'altro c'è la necessità degli utenti di apparire, esistere, parlare, discutere; forze che tendono a esplodere e disaggregare.

Se da una parte spingono quindi ad esser più localizzati i contributi, più intrisi di comunità e di piacersi all'interno di una comunità dei pari, dall'altro la stessa forza spinge all'individualismo, all'isolamento, a quello che già mi ero proposto di definire co-individualismo, ovvero una forma di individualismo nuovo e diverso: io esisto insieme agli altri io; e navigo da io e non da noi.

La stessa tensione spinge il messaggio a fregarsene del medium; egli stesso, il messaggio, acquisisce uno statuto corporale; una forza egocentrica che lo costringe ad esistere indipendentemente dal mezzo che lo trasporta; non più televisione, radio, carta, ma il messaggio. Non gli interessa come lo volete trasportare, lui si modificherà e prenderà forma mutevole, ora in podcast, e ora in forma video, e ora sulla carta anzi no, sull'internet.

Eccoci, siamo nella fase dell'entropia da un lato, e dell'ordine, della categorizzazione e delle comunioni dall'altro.

:)

Aggiornamenti da Comunitàzione.it