Endemol. Contenuti. Mediaset. Rai. Tv. Web.
Iniziamo col fare un po' di nomi, cognomi e "cose".
Poi pensiamo al discorso centrale: i contenuti oggi, ieri, domani.
Adesso mescoliamoli. Concentriamoci e ragioniamo.
Endemol è un produttore di contenuti. Ma adesso è, in qualche modo, anche un editore.
Niente di male. Mediaset è sempre stato un produttore di contenuti, e la Rai (mamma RAI) lo è stato anche di più e meglio per lungo tempo (fin quando è stata da sola). Poi un giorno non è stata più sola e anziché migliorare l'offerta, la concorrenza ha disintegrato la Rai.
A pensarci mi sembra strano, un paradosso se vogliamo, eppure è andata proprio così.
Ricordo, senza andare troppo lontano o troppo ai "mostri sacri", i programmi di Sergio Zavoli. Dove è?
Abbiamo deciso di disintegrare l'offerta televisiva: basta con le tre "E", la gente vuole una sola "E": entertainment. Questo hanno pensato, si son detti e hanno fatto nei piani alti della tv.
Adesso gli ascolti calano, un po' dapertutto, non solo in tv, ma mentre gli ascolti delle radio crescono (e loro le tre E... in qualche modo continuano a seguirle, e producono spettacolo di grande qualità: viva radio 2, il ruggito del coniglio, anche il nostro amico Righetti con il suo Comunicattivo...), dicevamo che la tv perde ascolti.
Male.
I contenuti non piacciono? Nessuno ha mai pensato a questo. Si son date diecimila risposte, ma mai la più ovvia. Nelle ricerche etnografiche, ma anche Beniamino Placido in Italia, spesso ci hanno rammentato il nuovo scettro del potere: il telecomando.
Poi però chi la televisione "la fa" sene dimentica e quindi non pensa al nostro scettro, non pensa al pulsante off di quello scettro...
Ok, questo è il passato.
Il presente invece è rappresentato dalla certezza che la RAI dovrà piano piano sostituire tutte quelle ore coperte da Endemol con contenuti offerti da nuovi autori/produttori.
Ho tante idee di nuovi format. Anche voi le avete. Ne abbiamo tutti, come al solito: la comunicazione è come la nazionale di calcio, tutti siamo meglio del CT, anche se poi però... Lippi i mondiali li ha vinti!
Però è vero. Abbiamo grandi idee. E servono. Servono i produttori che ascoltino queste idee. Serve creare un contatto all'interno della RAI e proporre queste idee e questi contenuti.
Magari con dei promo. Magari con dei layout. Magari uno scripting. Non so.
E a questo proposito:
a) sono disponibile a confrontarmi con chiunque per creare delle proposte da presentare in RAI o a dei produttori. O se siete dei produttori... eccomi qua.
b) parlia di qualche idea.
E quindi andiamo al futuro.
E' possibile rendere la tv interattiva? sì, e anche senza il digitale terrestre.
www.silatv.it è una tv interattiva, o meglio, una tv 2.0 dove i contenuti vengono prodotti dagli utenti.
Mi spiego.
Si raccolgono gli MMS, si SMS, i comunicati stampa, le news, gli articoli, li si incasellano all'interno del palinsesto e li si manda in onda.
La tv che si avvicina al web, ai telefonini, alle nuove tecnologie.
Credo che ci siano tanti altri strumenti da utilizzare. E tanti altri contenuti da poter ricevere. E tante altre idee per migliorare l'interattività della tv, anche di quella che esiste già, senza dover poi modificare tanto alcunché.
Certo il digitale terrestre aiuterà. Ma anche quella attuale non è niente male.
Basta saper cogliere le opportunità. Basta saperle mescolare. Basta rendere un servizio agli utenti.
Se fin ora abbiamo tentato di vendere dei "prodotti televisivi" a dei target, forse è il caso di ricominciare a vendere "servizi" agli "utenti".
E' una mia idea. Sono pronto a metterla in discussione. Sono pronto a condividerla. Sono pronto a discuterne.
Pensiamo ai contenuti, la Rai li chiederà a qualcuno, chi sarà pronto a fornirglieli?
lunedì, maggio 21, 2007
I Clio Award
L'avevamo già vista in giro, su vari blog se ne parlò molto prima dei clio award. Diciamo che la vera vittoria l'aveva già ottenuta facendo parlare molto di se.
L'idea è davvero interessante.
Rientra in quella linea che a me piace molto, di dar vita alla carta e agli oggetti.
E... come al solito, le migliori idee sembra nascano dall'osservazione. L'idea di fondo è vecchia come... le piramidi? già, sfruttare le ombre prodotte dalla luce è un gioco davvero molto usato in architettura fin dai primordi.
Questa è l'esatta dimostrazione che le idee migliori a volte, le hanno i contadini.
Categoria Billboard:
(Grand Clio): McDonald's «Sundial» USA (Leo Burnett)
martedì, maggio 15, 2007
La tv che non va ed altri misteri
Che la Rai non andasse bene ce ne eravamo accorti.
Da anni ormai in vari interventi (Andrea Caldart 1, Andrea Caldart 2, il mio su Funari, ancora Andrea, Gianfraco Virardi, Gianluigi Zarantonello) su comunitàzione.it abbiamo denunciato la caduta di stile, la perdita di contenuti e, ultimamente, la caduta dell'audince.
Così Padoa Schioppa, Ministro della nostra Repubblica, avverte il Primo Ministro italiano: bisogna cambiar rotta, e a pagare è stato Petroni.
Ma cosa c'è nel sistema televisivo che non va?
Se fino ad ora la richiesta di prodotti "migliori" nasceva dai tanto bistrattati intellettuali, ma essendo pochi (secondo alcuni) non erano da prenderei in considerazione ma solo da ascoltare (vedi a proposito della consulta della qualità rai, sia l'articolo di Virardi che l'intervista con la Oliverio Ferraris) e poi sistematicamente disattenderne le indicazioni, adesso potrei dire che la situazione è mutata: la gente, il popolino, come qualcuno lo chiama, adesso vuole qualità. Lo dimostra il successo di Fabio Fazio, quello di Rotocalco Televisivo di Enzo Biagi, lo dimostra ancora il successo di Report su Rai Tre.
Dall'altro lato, la dimostrazione arriva dal flop di una revisione dei cervelloni, le non più brillanti prestazioni dei troppi reality show e delle polemiche connesse.
Insomma, la gente chiede contenuti: adesso che ha la possibilità di scegliere non più tra 6 canali ma su una diversità plurima sia all'interno del mezzo televisivo che tra gli strumenti di comunicazione e di intrattenimento (internet, telefonino, playstation, il vecchio e caro libro, la radio che ottiene una grande rivincita), anche gli editori se ne accorgono.
Ma adesso accade un fatto nuovo, che mi stupisce e sconcerta non poco: Endemol viene acquisita da una cordata, tra cui Endemol stessa (?), Mediaset e la spagnola Telefonica. Acquisto, detto tra di noi, che frutta ad Endemol (?) una plusvalenza di circa milleduecento milioni di euro (?).
Endemol, ricordiamolo, è la casa di produzione di Affari tuoi, il Grande Fratello, Vivere, Cento Vetrine, Che tempo che Fa e un'infinità di altro format. Insomma, Endemol produce contentenuti, tra gli altri, per la Rai e per la Fininvest.
Tutto normale, in un regime di concorrenza è ovvio che lo stesso fornitore lo abbiano più società concorrenti tra loro, ma cosa succede quando un fornitore viene acquistato da un concorrente o ancora quando un fornitore diventa anche concorrente?
E' una situazione non nuova anche nel campo della comunicazione commerciale: tipografie che fanno anche agenzia di comunicazione, legatorie che fanno da tipografie, ecc, ecc, ecc. Un sistema che spesso porta le tipografie a cambiare legatorie, le agenzie le tipografie e così via.
Insomma, solitamente, in modo molto semplice, si cambia fornitore, perché l'incompatibilità dei ruoli è palese.
Ma, se Endemol è stata acquistata solo ora dalla Mediaset... a pensar male... beh, non è che per caso la Endemol abbia venduto fin ora dei bidoni alla Rai proprio per farle perdere terreno nei confronti del biscione?
Questa rimane una domanda di corridoio, nei piani alti si parlerà adesso di altre cose e soprattutto del futuro e dei futuri fornitori della Rai. Qualche consorzio tra piccoli produttori di format potrebbe formarsi intanto (auspicabile), per presentare un offerta seria alla Rai, che per le acqua nelle quali sta navigando ha bisogno di nuove idee, nuovi contenuti e nuovi direttori di rete.
Intanto dagli States arriva un'altra notizia bomba: Abc, Cbs, Fox, oltre alla Nbc, hanno perso 2,5 milioni di telespettatori negli ultimi due mesi rispetto allo stesso periodo del 2006 (fonte La Repubblica).
A guadagnare punti di "ascolto", neanche a dirlo, è l'internet, con Google su tutti.
Insomma, quando tutti stavamo parlando della via del tramonto dei giornali, come ad esempio l'Economist secondo cui entro il 2043 la carta stampata terminerà il suo ciclo di vita, ecco che scoppia in tutto il mondo la bolla delle TV: la gente si annoia e smette di guardarla. Ma anche lo stadio ha subito un calo di presenze. E allora?
La gente della società liquida di Bauman, e del consumatore postmoderno di Fabris ha probabilmente di meglio da chiedere alla propria vita che di subire, in modo passivo e doloroso, lo scivolare di immagini.
Quando tempo fa qualcuno scherzando affermava che la pubblicità era il meglio della tv, probabilmente doveva esser letto l'ammonimento e l'invito a migliorare i contenuti.
Fare tv oggi sembra facile: prendi un conduttore, possibilmente Pippo Baudo, regalagli 90 minuti di palcoscenico in prima serata, fagli prendere un paio di ospiti (Gigi D'Alessio, Laura Pausini, Gianni Morandi), miscelali con un comico qualsiasi ed ecco nato il programma televisivo.
Poi rivedi Baudo, Corrado, Mike e Tortora, tutti e quattro insieme a condurra lo stesso programma e pensi: che carino. Oppure Mina insieme a Walter Chiari, con Paolo Villaggio e altri che collaborano e ti dici: però, la tv dovremmo saperla fare.
Pensi a Garinei e Giovanni, ti guardi intorno e da anni aspetti di vedere autori. Pensi a Celentano con Cugia e Lucarelli, e ti chiedi perché Cugia, proprio lui, venga estromesso da Apocalypse show. Che tra le altre cose, cambia nome in vietato funari, che la mia analisi sia condivisa anche da altri?
Insomma, in questo torpore c'è spazio per nuove idee, ma a chi inviarle? con chi condividerle?
Da anni ormai in vari interventi (Andrea Caldart 1, Andrea Caldart 2, il mio su Funari, ancora Andrea, Gianfraco Virardi, Gianluigi Zarantonello) su comunitàzione.it abbiamo denunciato la caduta di stile, la perdita di contenuti e, ultimamente, la caduta dell'audince.
Così Padoa Schioppa, Ministro della nostra Repubblica, avverte il Primo Ministro italiano: bisogna cambiar rotta, e a pagare è stato Petroni.
Ma cosa c'è nel sistema televisivo che non va?
Se fino ad ora la richiesta di prodotti "migliori" nasceva dai tanto bistrattati intellettuali, ma essendo pochi (secondo alcuni) non erano da prenderei in considerazione ma solo da ascoltare (vedi a proposito della consulta della qualità rai, sia l'articolo di Virardi che l'intervista con la Oliverio Ferraris) e poi sistematicamente disattenderne le indicazioni, adesso potrei dire che la situazione è mutata: la gente, il popolino, come qualcuno lo chiama, adesso vuole qualità. Lo dimostra il successo di Fabio Fazio, quello di Rotocalco Televisivo di Enzo Biagi, lo dimostra ancora il successo di Report su Rai Tre.
Dall'altro lato, la dimostrazione arriva dal flop di una revisione dei cervelloni, le non più brillanti prestazioni dei troppi reality show e delle polemiche connesse.
Insomma, la gente chiede contenuti: adesso che ha la possibilità di scegliere non più tra 6 canali ma su una diversità plurima sia all'interno del mezzo televisivo che tra gli strumenti di comunicazione e di intrattenimento (internet, telefonino, playstation, il vecchio e caro libro, la radio che ottiene una grande rivincita), anche gli editori se ne accorgono.
Ma adesso accade un fatto nuovo, che mi stupisce e sconcerta non poco: Endemol viene acquisita da una cordata, tra cui Endemol stessa (?), Mediaset e la spagnola Telefonica. Acquisto, detto tra di noi, che frutta ad Endemol (?) una plusvalenza di circa milleduecento milioni di euro (?).
Endemol, ricordiamolo, è la casa di produzione di Affari tuoi, il Grande Fratello, Vivere, Cento Vetrine, Che tempo che Fa e un'infinità di altro format. Insomma, Endemol produce contentenuti, tra gli altri, per la Rai e per la Fininvest.
Tutto normale, in un regime di concorrenza è ovvio che lo stesso fornitore lo abbiano più società concorrenti tra loro, ma cosa succede quando un fornitore viene acquistato da un concorrente o ancora quando un fornitore diventa anche concorrente?
E' una situazione non nuova anche nel campo della comunicazione commerciale: tipografie che fanno anche agenzia di comunicazione, legatorie che fanno da tipografie, ecc, ecc, ecc. Un sistema che spesso porta le tipografie a cambiare legatorie, le agenzie le tipografie e così via.
Insomma, solitamente, in modo molto semplice, si cambia fornitore, perché l'incompatibilità dei ruoli è palese.
Ma, se Endemol è stata acquistata solo ora dalla Mediaset... a pensar male... beh, non è che per caso la Endemol abbia venduto fin ora dei bidoni alla Rai proprio per farle perdere terreno nei confronti del biscione?
Questa rimane una domanda di corridoio, nei piani alti si parlerà adesso di altre cose e soprattutto del futuro e dei futuri fornitori della Rai. Qualche consorzio tra piccoli produttori di format potrebbe formarsi intanto (auspicabile), per presentare un offerta seria alla Rai, che per le acqua nelle quali sta navigando ha bisogno di nuove idee, nuovi contenuti e nuovi direttori di rete.
Intanto dagli States arriva un'altra notizia bomba: Abc, Cbs, Fox, oltre alla Nbc, hanno perso 2,5 milioni di telespettatori negli ultimi due mesi rispetto allo stesso periodo del 2006 (fonte La Repubblica).
A guadagnare punti di "ascolto", neanche a dirlo, è l'internet, con Google su tutti.
Insomma, quando tutti stavamo parlando della via del tramonto dei giornali, come ad esempio l'Economist secondo cui entro il 2043 la carta stampata terminerà il suo ciclo di vita, ecco che scoppia in tutto il mondo la bolla delle TV: la gente si annoia e smette di guardarla. Ma anche lo stadio ha subito un calo di presenze. E allora?
La gente della società liquida di Bauman, e del consumatore postmoderno di Fabris ha probabilmente di meglio da chiedere alla propria vita che di subire, in modo passivo e doloroso, lo scivolare di immagini.
Quando tempo fa qualcuno scherzando affermava che la pubblicità era il meglio della tv, probabilmente doveva esser letto l'ammonimento e l'invito a migliorare i contenuti.
Fare tv oggi sembra facile: prendi un conduttore, possibilmente Pippo Baudo, regalagli 90 minuti di palcoscenico in prima serata, fagli prendere un paio di ospiti (Gigi D'Alessio, Laura Pausini, Gianni Morandi), miscelali con un comico qualsiasi ed ecco nato il programma televisivo.
Poi rivedi Baudo, Corrado, Mike e Tortora, tutti e quattro insieme a condurra lo stesso programma e pensi: che carino. Oppure Mina insieme a Walter Chiari, con Paolo Villaggio e altri che collaborano e ti dici: però, la tv dovremmo saperla fare.
Pensi a Garinei e Giovanni, ti guardi intorno e da anni aspetti di vedere autori. Pensi a Celentano con Cugia e Lucarelli, e ti chiedi perché Cugia, proprio lui, venga estromesso da Apocalypse show. Che tra le altre cose, cambia nome in vietato funari, che la mia analisi sia condivisa anche da altri?
Insomma, in questo torpore c'è spazio per nuove idee, ma a chi inviarle? con chi condividerle?
lunedì, maggio 07, 2007
Se sapessimo controllare la velocità
Controllare la velocità può salvare la vita.
Uno spot interessante e intelligente, tutto da guardare
Etichette:
advertising,
auto,
spot tv,
velocità
martedì, maggio 01, 2007
Spot della Pepsi cola
More experience.
Ecco come le agenzie (questo è della Ogilvy) hanno iniziato a far esperire delle nuove sensazioni agli utenti.
E voi, cosa ne dite?
Iscriviti a:
Post (Atom)