lunedì, maggio 26, 2008

influenze da microblogging camp: tra poco.

Bentornati. Tra-poco.
due nomi per un'agenzia e per degli artisti.

Se io fossi un artista mi chiamerei: tra poco.
Vel'immaginate voi. Tutti i presentatori prima di mandar la pubblicità: ci vediamo tra poco! e il pubblico applaude; almeno penserei applaudano me.

E poi sarebbe un nome che funziona. Rimarrebbe in mente, nella mente;
e soprattutto: l'unico momento in cui non si parla di pubblicità, ma si fa è subito dopo la locuzione "tra-poco" e il "bentonarti".
dovrei scegliere.
O tra-poco o bentonarti.
Credo siano due bei nomi per chi vuol vendersi.
Ma anche per un'agenzia di comunicazione.
...a chi hai affidato il lancio? a "tra-poco".
oppure
...a chi hai affidato il lancio? a "bentornati".

Nomi che non si dimenticano.

Ah, anche per una linea di abbigliamento non sarebbero male.
Che cosa desidera? tra-poco, ma buono.

sabato, maggio 17, 2008

i supporti e il ragionamento

Non vorrei entrare nella diatriba tra filosofi e neuroscienzianti, se il liguaggio aiuti lo sviluppo del pensiero (linguistico sopratutto, ma forse non solo) o se il pensiero sia innato o se ancora il pensiero sia possibile anche escludendo il linguaggio.

Quello che mi stupisce al momento è una questione meramente più pratica: se non usiamo più la carta per fare dei layout, o per tracciare le linee di un ragionamento... saremo ancora in grado di tracciarle mentalmente, certo, ma ne perdiamo per caso? lo limitiamo?

A tracciare le linee di un pensiero su un foglio di carta, mi è stato insegnato credo dalle scuole elementari. Durante gli esami anche di Sociologia ho conservato il vizio di tracciare delle linee e di seguire i miei ragionamenti con il supporto di un foglio di carta, abitudine che spesso ha suscitato anche stupore nei miei esaminatori.

In agenzia da alcuni anni non vedo più nessuno fare dei prototipi delle proprie fustelle prima su carta magari, e sopratutto non vedo mai disegnare dei graffi.
I "vecchietti" per fortuna continuano a farlo.
Mi sento un vecchietto: continuo a farlo e lo farò sempre.

Perché farlo: i "graffi", i prototipi e gli schemi a blocco dei miei pensieri, mi hanno sempre aiutato a comprendere e ragionare.

I brainframe stanno cambiando ancora una volta. Ma non credo che la tastiera di un computer basti a rappresentare i miei pensieri; e non credo ne nel monitor e tanto meno nelle penne ottiche per pc.

Insomma, c'è da un lato un problema di "interfacce" dall'altro un problema di supporti adeguati.

Accetto suggerimenti, se ne avete.
E sopratutto attendo pareri.

martedì, maggio 13, 2008

A elezioni passate

Da qualche tempo ho aperto un nuovo blog, si chiama: elogio della lentezza.
Ne parleremo spero.

Ma ora voglio parlare delle elezioni passate, ancora una volta.

Mi stupisco a risentire la canzone di Giorgio Gaber Qualcuno era comunista, forse perché mio padre lo era; o forse perché lo sono stato anche io.

Qualcuno era comunista perché chi era contro era comunista.
Gaber, scherzi? davvero? chi era contro era comunista?
e oggi?
no, oggi no, chi è contro non è comunista. Leghista.
ma perché mai?

Qualcuno era comunista perché non sopportava più quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia.
Emm... Gaber, ma la democrazie è una cosa giusta, seria, dovuta; o forse no? quella che abbiamo noi è meglio dimenticarla?

Qualcuno credeva di essere comunista e forse era qualcos’altro.
Beh, una buona spiegazione anche questa.

Qualcuno era comunista perché sognava una libertà diversa da quella americana.
Sì, sopratutto del concetto di democrazia americano.
Oddio, Gaber, avevi ragione allora?

Qualcuno era comunista perché pensava di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.
Beh, bel principio, finito nel cesso mi sa. Ma mi piace stupirmi anche di questo.
E ora Gaber?

E ora? Anche ora ci si sente come in due: da una parte l’uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall’altra il gabbiano, senza più neanche l’intenzione del volo, perché ormai il sogno si è rattrappito.

Due miserie in un corpo solo.

Liquidi e soli nel gruppo dei soli; autistici sociali e asocialmente insieme. Gabbiani che non hanno più nenache *l'intenzione* del volo.

Squallido presagio o la nostra costruzione sociale della realtà?
A voi la parola.

giovedì, maggio 08, 2008

mea culpa

Ogni tanto bisogna farli.
Non tanto per, ma perché si capiscono alcune cose ed è giusto ammettere che si è sbagliato.

Spero questa lezione mi serva.
Spero possa servire anche agli altri condividerla.
Per arrivare a comprendere alcuni dati di una ricerca ho dovuto staccare dal web per 8 mesi, osservarlo da spettatore con scarse interazioni; non so se già oggi tornerò a diventarne un attore, o se ancora bisogna che continui a fare da astante, ma per ora è importante che abbia capito.

In modo presuntuoso ho sempre pensato che le ricerche dessero delle indicazioni non sempre troppo chiare, perché le risposte dipendono troppo dalle domande e le domande troppo dalle proprie convinzioni: il risultato è che si cercano spesso risposte a questioni che già si sanno e che si voglino solo verificare.

Dopo otto mesi da spettatore ho capito cose nuove; le vecchie ricerche che ho fatto le guardo con altri occhi; con un altro punto di vista.

L'importante è eccellere, non partecipare; questo il mio motto dal primo gennaio del duemila otto.
forse anche questa lezioni mi servirà per imparare ad eccellere.
Al momento la mia è una ricerca verso l'eccellenza; una tendenza, non un traguardo e neppure un obiettivo vero e proprio; prima devo imparare ad avvicinarmici, poi lo potrò raggiungere.

Alcune ricerche che ho fatto sui consumatori mediali dell'internet erano viziate in partenza dalle mie domande "convinte" e presuntuose. Poi un lampo, un insight: ed ecco che forse ho capito una cosa in più sul web, dopo otto anni che lo uso, e sei che lo invento a modo mio.
Una nuova scoperta per me.

Ma la cosa bella è che di questa "scoperta" ne ho raccontato la rava e la fava per anni. Convinto che ne avessi la verità in mano.
Eppure qualcosa mi sfuggeva.
Davo la colpa agli altri; alla velocità e alla mancanza di tempo.
Tre cattivi paraocchi. E i paraocchi son sempre negativi, figurarsene tre sugli occhi.

Chiedo dunque scusa a tutti i consumatori mediali del web che ho mal trattato; cercherò di rimediare.

Come, quando e perché... magari ne parleremo un'altra volta.

Aggiornamenti da Comunitàzione.it