mercoledì, dicembre 23, 2009

Il furto negli aeroporti di Linate... uno schifo.

Non c'è cosa peggiore per una socità sapere di avere un ladro in casa. Tu tel'immagini se nel tuo ufficio ci fosse qualcuno che si rubasse le matite, le penne oppure non appena ti volti infila le mani nella tua borsa e zac, fa via qualunque cosa?

Cosa faresti?
Beh, cercheresti di scoprire chi sia stato, vero?

Se per esempio imbarchi la tua valigia alle 15 e 40 e questa non viene spedita a destinazione, ma trattenuta, frugata e quindi depredata... la soluzione è abbastanza semplice no?

Per esempio inizierei da quale carrello mi ha preso la valigia e indagherei tutte le persone, una ad una.
E lo farei non dopo un mese; subito. adesso. così evito che questa procedura si possa ripetere e sopratutto darei un segnale molto forte a ogni operatore tentato... perché poi la tentazione è molto forte no?

e tutto il resto delle considerazioni ad esso annesse...

Dare un segnale forte vorrebbe dire che, se oggi un cliente ha subito un furto e lo denuncia, domani si apre l'inchiesta e domani stesso si conclude. nel giro di una settimana non credo che ci sarebbero altri furti, no?

Non è difficile a volte risolvere dei problemi, basterebbe la volontà.
Cara SEA, hai capito l'antifona?
Mi è stato sottratto un HD da cento euro ma contenente circa 4 anni di lavori...

A questo punto chiedo una mano a chiunque possa:
a) farmi (anche in modo privato e illegale) rintracciare il bastardo ladro;
b) farmi recuperare l'HD del portatile (che tra le altre cose non funziona);
c) darmi indicazioni per fare l'azione più forte e decisa possibile per dare un segnale alla SEA: i nostri bagagli devono esser tranquilli e sicuri...

grazie.

lunedì, dicembre 21, 2009

se almirante sapesse...

se almirante sapesse che ormai in molti salutano Fini chiamandolo "compagno" e non più "camerata"...

giovedì, dicembre 03, 2009

Metti in circolo il tuo amore

L'internet promossa per ricevere il premio nobel alla pace. Lo dobbiamo a wired italia, alle persone che lo popolano, agli studiosi, agli imprenditori coraggiosi, agli sperimentatori, alle belle persone, agli apocalittici, agli integrati e anche alla bella scrittura di paolo iabichino che ha scritto il manifesto che trovate qui: internetforpeace.org

metti in circolo il tuo amore. Condividi la tua esperienza. Metti in circolo idee, proteste, e smaschera vigliaccate e farabutti:).

martedì, dicembre 01, 2009

Di metro, di libri e d\'altre sciocchezze

Non è plausibile attendere una metro 20 minuti alle 20, figurarsi 12 minuti alle 18e30. E invece a milano succede. E allora probabilmente pensi di non prenderla più, perché magari perdi il treno per paderno. O l'appuntamento con la tua donna. O la bella e la bestia al teatro nazionale.

Non può un libro di aggiornamento professionale costare 40 euro, perché è una buona cena o un buon paio di jeans.

Riflessioni. I panieri di riferimento all'interno dei quali misurare l'intercambiabilità dei prodotti è cambiata. La metro è nel paniere insieme alla palestra, o al cinema; non più in quello con la bici. Così come i libri che competono con una pizza e non con un seminario. Quindi i panieri di riferimento per un brand è molto cambiato. Fino a spingere il mercato a considerare molto attentamente i consumatori temporanei (quelli da una botta e via per intenderci) che testano un prodotto e poi non lo cambiano con uno di fascia più bassa ma lo sostituiscono con beni di altre categorie: una giornata in una spa sostituisce due happy hours e un taxi forse... Chi l'avrebbe mai detto fino a 3 anni fa?

Questo comporta che le variabili che spingono all'acquisto di un prodotto piuttosto che un altro sono mutate e moltiplicate. Ma esistono delle matrici all'interno delle quali prevedere come il consumatore sceglie. Qui, per esempio si incastrano i miei studi sulla teoria dei giochi applicati alle vendite.
Altro spunto: quali fattori influenzano le scelte? Siete certi ciò che dite di volere sia effettivamente ciò che comprate? Qui si innestano i miei studi sul neuromarketing. Ne vogliamo riparlare?

lunedì, novembre 23, 2009

Il bello della rete

È che ne senti tante, ma tante, ma tante...

Ed è che in realtà pochi conoscono veramente e in profondità l'internet.

Definiamolo. Per chi è un medium? E per chi uno strumento? E per chi una rete? E per chi la gente? Che cosa è allora, una nuova panacea? Ok, ci stiamo confondendo. Ma era per dire che in tanti ne parlano ma pochi sanno cosa sia. E ora vuoi sapere chi lo sa vero? Eccoti accontentato: cosa sia lo sa chi lo usa senza pensare a cosa ci sta dietro. È l'utilizzatore.

Chiedetelo a lui cosa sia la rete. Lui è il bello.

venerdì, novembre 06, 2009

Oggi avrei comprato...

Oggi avrei comprato volentieri delle casse wireless per il mio portatile. L'avrei fatto volentieri e sono andato al mediaworld. E poi in alcuni suore specializzati. E dopo in altri più generici. Niente. Non ho trovato il prodotto che cerco. Quelle poche wireless in distribuzione sono così orrende che il mio orecchio si spaventerebbe. Le altre in distribuzione... Non si trovano. E quelle non wireless che ci sono (tante) sono tutte terribilmente brutte. Ma tutte. Non hanno design. Ora arrivo, disegno un set di casse delicati, dolci e robuste, ma molto gentili nella linea e li vendo; anzi di più, li stra-vendo. Perché mi differenzierei nel design morbido e femminile che le nostre donne accoglierebbero volentieri come sopramobile senza odiarci per averne comprate 5. Le farei paffute. Altre sottili come clessidre. Basta che fossero belle da sistemare sulle mensole in cucina. No?

giovedì, novembre 05, 2009

L\'evasione del prigioniero

Ci sono discorsi quando entri in metro, che percorrono le tue orecchie. A volte come nuvole si dissoltono nell'aria. Altre volte da nubi diventan tempesta. Forse perché incontrano altri e nuovi venti o perché si scontrano con le tue di nubi. Troppo poco spesso però queste nuvole che ti percorrono la schiena sono foriere di idee intelligenti; troppo spesso sono lagne e a volte per giunta insulti. Ecco un ennesimo aggettivo col quale rischia di esser ricordato questo secolo: quello lagnoso. Che dio salvi la creatività.

mercoledì, novembre 04, 2009

Idee strampalate regalate... Deodoranti

Se volessi promuovere dei deodoranti nuovi farei salire un po' di miei complici sulla metro e dopo 30'' che qualcuno gli si siede affianco si dovrebbero alzare un po' schifati dall'odore. Immaginatelo in un vagone di metro. :)

martedì, novembre 03, 2009

Il costo dei libri

E poi dicono che non si legge in italia. Ma avete visto quanto costano alcuni libri? E no eh, non ci siamo.

Se fai un libro per i tuoi alunni dell'università... E non vuoi che lo fotocopino prova a venderlo un euro in meno di quanto costerebbe fotocopiarlo. Prova. O magari aggiungi l'infotocopiabile: ovvero quel qualcosa che rende il libro importante, a quel punto te lo pagheranno ma non più di 3-4 euro in più delle fotocopie. Ma non è pensabile che alcuni cagate costino quanto una cena con la fidanzata. Lo capite vero?

Ora applicate questa regola ai romanzi: anziché 1000 ne venderete molti di più. Sono anni che non spendo più di 5 euro per un buon son buon romanzo e. Mediamente spendo 100 euro/mese in libri. ;)

Presente passato e futuro che si rincorrono

Non ho certo bisogno di raccontare il mio passato presente o futuro, ho però bisogno di capirli, comprenderli e a volte anticiparli.

Non so se lo chiameremo decadentismo o più semplicemente inattivismo, ma di certo questo che viviamo non mi pare un grande tempo, come umanesimo, si intenda. Lo percepisco piuttosto sporco, caduco, fermo, prolisso di luoghi comuni, aggressività e volgarità gratuita.

Che non diano la colpa a facebook se qualche goliardico dedica un gruppo alla cesura del presidente del consiglio, ma abbiano il coraggio, per esempio, di imputarlo all'aggressività gratuita che lui ha dedicato ai 'coglioni' e 'farabbutti' toghe rosse ecc. ecc. ecc...

Mi seccherebbe se l'età liquida della mutevolezza e della trasformazione venisse ricordata come l'età della volgarità. Tu cosa ne pensi?

giovedì, ottobre 29, 2009

Il ritorno. Dopo 3 anni.

Negli ultimi 3 anni, dopo la mia laurea - sì, ce l'ho anche io, pensavate solo i rossi? - non ho più fatto un intervento in un convegno. Ne avevo uno pronto lì, nel caso in cui n'avessero chiamato, ma ho rifiutato, per vari motivi, tutti gli inviti. Ora ritorno. Ne ho fatti due.

Ho riusato quello di 3 anni fa. Non se ne è accorto nessuno. Sono triste. Il mondo in tre anni non è cambiato. E cosa ancora più triste c'è ancora bisogno di raccontare le stesse cose. Come un mantra. No no no. Non va bene. Rifletterò. Se lo specchio sopravvivrà vi racconterò.

Ah, ovviamente ho parlato di cose nuove: come applicare la teoria dei giochi ai social media e alle vendite.

Il futuro che non avremo forse?

Ieri ho partecipato a una tavola rotonda sulla creatività e l'innovazione organizzata da innovhub e fabrizio bellavista. I relatori erano tutti di super spessore (vi porterò dei link quando sarò su un pc e non sul mio nokia): sala, di testa; lorenzo marini della marini, cernuto e masciari... Ero il più giovane già... E la cosa dovrebbe far pensare un po'... Ma andiamo avanti. Tutti gli interventi son stati di qualità eccelsa ma lorenzo marini, con i suoi racconti e viaggi mentali fuori dagli schemi ha tirato fuori un paio di temi caldi, caldi caldi che vi voglio rilanciare: l'italia è così individualista e solitaria che forse non potrà mai primeggiare in nulla. Potrà però continuare a fare da guida e modello agli altri paesi. Il nostro sistema di imprese basato sulle pmi e fortemente molecolare, ma disconnesso e non atomico; singolare e diviso. Non esistono grandi gruppi in quasi nessun settore e quando esistono non lo sono per fusione ma per acquisizione. Come dire: sappiamo che uniti si vince ma chi se ne frega della vittoria quando posso coltivare il mio orticello? Perché unirmi e rischiare di vincere quando posso arrabbattape e combattere per un misero torsolo di pane? Perché conquistare nuovi orizzonti... In fondo stavamo così bene 30 anni fa anche in italia...

lunedì, ottobre 26, 2009

Massì, oggi si può dare di più

Se è quello che vuoi... Se il tuo capo ti apprezza, ma anche se è un emerito imbecille: di certo si può, dare di più.

Marrazzo con i trans, calderoli che vuole i gatti in aurelia, aurelia che non ne può più dei gatti; finti intellettuali che cercano sedicenti intelligenti per dipingere pagine bianche con calligrafia.

Visto che tutto questo sembra uno schifo il primo contributo non deve arrivare da altri che da te. Dalla tua forza, intelligenza e capacità. Prendi le tue idee e costruisci un futuro potenziale per te e la tua organizzazione. Lotta, combatti, mordi.

Ho assistito a troppa gente sconfitta...

venerdì, ottobre 23, 2009

Il futuro che resiste

A fare il partigiano ormai rimane il futuro. Che resiste per giunta. Alla morte del cinema, a quella della tv, ora quella di libri e giornali... E l'unico che resiste tenendosi stretto è lui, il futuro.

La tv è cambiata, ma non estinta. I libri rimarranno tali a se stessi, solo avranno copertine intelligenti e verranno ospitati da librerie che, dall'isbn prenderanno i tag per suggerirci ordini e allineamenti nuovi. Le copertine saranno hi-touch e intelligentemente scambieranno delle informazioni con le altre se stesse.
Generando delle nuvole di vai semantici. Il giornale non sarà stampato ma scaricato e polarizzato su dei fogli bianchi che avranno la possibilità di far visualizzare anche immagini in movimento. E il quotidiano si aggiornerà come twitter, più volte al giorno e con un semplice F5 e conterrà anche una parte social. La tv invece sarà interattiva per alcuni aspetti specifici: più informazioni con un click, playlist scambiabili, palinsesti rimodellati asseconda dei flussi twitterini.
L'internet l'avremo nel cappello e nel giubbino, e l'interazione avverrà agitando il pollice nell'aria.

E tanto altro.

martedì, ottobre 20, 2009

Oggi, scottex ti ama...

Nel film con stallone che "risorge" dalla clinica di crio conservazione il protagonista si risveglia in un per lui futuro dove la musica in realtà sono i nostri spot pubblicitari. Un film intelligente e interessante...
Era dal mitico personaggio della nestlè, nesquick, di Livraghi che non facevo di un gingle la colonna sonora di una mia giornata. All'epoca avevo 6 anni... Che mi sia rimbecillito? Non so.
Però mi ha stupito.

Considerazione sulla tecnologia e quanto gli artefatti influiscano sull'agire, anche su quello comunicativo. In questo momento non ho la linea sul mio gsm per cui non posso controllare il titolo del film, il regista e il nome del protagonista, ragion per cui il testo rimane comunque parzialmente incompleto. Però avendo 10' da fare in metro e l'artefatto giusto almeno riesco anche oggi ad aggiornare il mio blog e dar valore a chi mi segue. :) tu cosa ne pensi?

lunedì, ottobre 19, 2009

Oggi... Massi, pino daniele

Mi ha emozionato un collega, ha detto cose così, senza spiegare o raccontare. Ognuno interpreta come vuole quella esternazione, ma solo chi ce l'ha nel cuore quel collega si preoccupa veramente di capire.
Mi ha emozionato una amica: elimina l'account da facebook: mi lascia pensare, non è il suo caso, ma in generale che è una forma di suicidio quello di sparire dalla rete delle amicizie, no?
E poi leggo da un'altra amica di come e quanto il Caso possa contribuire nella vita a spostare gli assi del ragionamento, gli aghi delle bilance e i punti di vista.
Mi hanno emozionato tanti altri avvenimenti... Ma questi li volevo raccontare... C'è molta poesia nell'esistenza.
Cruda, dura, pura. Ogni gesto può farti crescere, capire, conoscere... Messe in rete queste esperienze rendono diverso il tuo punto di vista e chissà, forse anche il tuo modo di agire, o forse, al limite anche il tuo agire comunicativo.

Siamo lazzari felici... Quann' piove... Apucundria...

sabato, ottobre 17, 2009

La collaborazione

Uno dei fattori fortemente visibili con la rete è la collaborazione tra gli esseri umani (se pur non fortissima). A pensarci non è così naturale: secondo le teorie dell'agire economico anzi dovrebbe esser il contrario. Ma queste teorie non potrebbero spiegare il comportamento eroico per esempio dei vigili del fuoco statunitensi l'11 settembre o la forte partecipazione civile in abruzzo ad aiutare la popolazione colpita dal sisma. C'è dunque bisogno, e in fretta, di ricollocare in una nuova prospettiva il nostro sguardo su queste teorie e comprendere che forse proprio la reiterazione dei rapporti, proposto dalla rete favorisce lo sviluppo di questo fortissimo senso di collaborazione. Tu cosa ne pensi, come spieghi questa volontà di condividere e collaborare?

lunedì, ottobre 12, 2009

Gli strati della professionalità

Sono un professionista a strati, o meglio, è quello che mi dico oggi riflettendo su di me, la mia esperienza e le mie passioni.
Strato dopo strato ho creato la mia professionalità fatta di "indumenti" diversi, foglie nuove, potature. Quello che sono non è la summa come gli strati di una cipolla, ma l'involucro della cipolla...

Trasporto nel mondo della comunicazione. Il cuore della cipolla può esser il sito o il call center o il tuo libro; tanti e diversi strati: ma è l'insieme degli altri strati che rende cipolla la tua attività. Cipolla, fungo, lattuga, brillante, diamante, ferrari... Secondo ne Stratificare la comunicazione con sapienza deve diventare il tuo must. Che ne pensi?

domenica, ottobre 11, 2009

I vecchi giovani

Non solo la forbice tra veri ricchi e non si è allargata, ma anche la frattura tra giovani e anziani. Anzi: si rimane giovani fino a 45/50 anni, anzi forse fino a quando questo giovane non passerà a diventare anziano, dall'oggi al domani grazie a una premiazione o promozione. Così lo spazio per i veri giovani, i 20enni per intenderci, è nullo, inutile, chiuso, finito. Che peccato.
Forse la mia generazione di 30enni deve lottare per definirsi non giovani e lasciare spazio ai veri giovani... Saltando un turno magari, ma basta far stage a 30 anni, basta partecipare ai concorsi per giovani ecc... No?

giovedì, ottobre 08, 2009

idiozie da terzo millennio

Idiozia uno: l'editore (e premier) si farà giudicare dalla gente, attraverso le televisioni, non per il suo operato ma bensì per i suoi presunti reati (quindi giudizio legale), così che i giudici non possan giudicare.

umh!

Idiozia due: uno stupratore se è anche un premio oscar non deve finire in galera.

Umh!

a me il terzo millennio stupisce sempre un po' di più.

mercoledì, ottobre 07, 2009

Il settore del lusso

Il settore commerciale del lusso e della moda è di mio interesse lavorativo ormai da due anni. È un settore che seguo con molto interesse, e di interesse ne richiama abbastanza, sopratutto perché essendo un settore conservatore per eccellenza diventa interessante seguirne le dinamiche e le innovazioni.

Negli ultimi giorni louis vuitton ha annunciato ai propri fan su facebook di voler metter a loro disposizione lo streaming della sfilata del 7 ottobre. Bene, ha accumulato 100'000 fan in più in 5 giorni. Niente male, no? (ne parlo sul mio blog dedicato al beauty-ads)

per il resto le discussioni si rincorrono, le proposte si inseguono ma i paradigmi nuovi in pochi li han colti. In linea di massima le keywords a mio avviso interessanti per questo settore sono: tempo, identità, show, esperienza, coccole, ritorno dell'incanto.

Perdono valore: il nero, troppo massificato; l'oro, sprezzante; location metropolitane underground: già viste.

Quello che fai, fallo al 100%

Potrebbe esser successo anche a te, o forse no, a te no; uno di quei momenti -non imposta quanto luoghi- in cui ti lasci trasportare dalle correnti e il tuo impegno in tutto ciò che fai non è sempre al massimo. Lo ho fatto, per motivi diversi, per tre anni: è una pessima idea. Fare il meglio di se sempre e in tutto... Tu, cosa ne pensi?

mercoledì, settembre 30, 2009

Quanto le Tecnologie influiscono e influenzano. Esempio mini.

Non aggiorno quasi mai questo blog. Ma da qualche anno penso che a poterlo fare dal cellulare lo farei più spesso e con maggiore facilità. Ecco, questo è il secondo post in un giornn: mai fatto prima mi pare.

Ok, fantastico. Ma se rileggo il precedente scopro di aver usato tante sgrammaticature... Perché rileggere il post sul telefonino sarebbe complicato da un lato. Ma ho notato una certa difficoltà nel concordare generi e numeri nello scrivere, dovuto senso al fatto che le distrazione per strada sono di più... Bon, parliamone...

La libertà di stampa

Stamattina son sobbalzato ascoltando in radio il tizio: se quelli di sinistra dicono che in italia esiste un problema di libertà di stampa o sono in male fede o son stupidi, tutti si rendon conto che un problema del genere non c'è.
Ora tu potresti avere due atteggiamenti e dirmi: vero, ha ragione; no si sbaglia. Puoi anche dire: e chi se ne frega.
Vado per un'altra soluzione ancora: è grave che non si percepisca il problema di influenza che un editore, duopolista pone la necessità di un controllo ulteriore da parte della cultra e degli intellettuali, non solo della qualità e veridicità delle informazioni, ma anche alla quantità e all'indipendenza, oltre che alla differenziazione per toni e muscoli che essa deve avere.
Mi stupisco della leggerezza con la quale anche chi dovrebbe esser un intellettuale si pone nei confronti di parole e argomentazioni senza capire esattamente quali sono le poste in palio. Bah.

martedì, settembre 29, 2009

Test from mobile

Postare dal telefonino, chi di voi lo fa?

mercoledì, maggio 20, 2009

se il marketing politico non serve a favorire i cittadini...

Non è che debba vincere la sinistra.
neanche la destra.
non mene frega nulla da anni.

però una considerazione la voglio fare.
guardate un po' questi dati.

Il pd perde il 10% in un anno.
non governa, litiga e non migliora.

i problemi sono tutti qua?

E' solo perchè Berlusconi è un bravo uno di comunicazione che la sinistra perde sempre più consensi?

C'è stata un'esasperazione, da parte dei politici e dei politologi e da parte dei markettari e comunicatori, nell'assegnazione al valore comunicazionale sempre una maggiore importanza.

E' vero, il marketing politico è importante, ma non nella fase delle 4 p soltanto.
E' importante capire il mercato, scoprirne le necessità, ascoltarlo e dialogare col mercato.

E' importante per le imprese.
Lo è per i politici.

Bene politici.
Impariamo la lezione.

L'esaltazione e l'esasperazione del modello twitterino di Obama potrebbe offuscare ulteriormente le menti. Obama non era un mero emittente di messaggi su twitter, era anche (con le dovute proporzioni) un ricevitore, un destinatario. E ha saputo cogliere i cambiamenti, le richieste e le necessità. Utilizzando certo la comunicazione, ma dialogica.

va beh. mi stupisce che la dialogicità sia sottovalutata ancora.

mercoledì, maggio 06, 2009

Manifesto di "cosamistupisce"

Questo blog ha bisogno di un manifesto.

1. sarà utilizzato a scopo personale; la sua linea editoriale sarà "luca oliverio".

2. presenterò i miei pensieri;

3. lo userò per raccontarvi le cose che mi stupiscono, le aziende, i prodotti; ma...

4. sopratutto per raccontarvi le persone eccezionali che conosco e incontro quotidianamente;

5 per raccontarvi i progetti che mi vengono raccontati e

6. chiedervi di finanziarli, partecipare, collaborare con questi.

7 e più importante: la ricerca costante dell'eccellenza.

Queste sono alcune delle cose che mi redono un uomo libero. E le voglio fare tutte.

:)

un mea culpa e un atto d'accusa

Vi chiedo scusa. Non per quello che leggerete, ma per i miei ultimi 700 giorni, due anni circa, in cui non ho mantenuto fede a alcuni miei prinicipi e ideali, chiudendomi e non scambiando; prendendo prima di dare e dare solo per ricevere.

Ho confuso il social networking con la "scambio dei favori" chiudendomi in un cerchio formato da gruppi, persone, amici, conoscenti.

Vi chiedo scusa.

Tornerò a rispettare i miei principi che non sono di circolarità ma di informità; non sono di uniformità ma di caos; non sono di dare-avere ma di comunicare.

Come dire: voglio tornare a fare la puttana sociale che ero, senza guardare in faccia all'opportunismo e al favoritismo, ma voglio tornare a mettere in contatto e relazioni i miei amici con gli altri miei amici anche quando io sono un mero mezzo. In fondo sono un comunicatore.

E ora l'atto di accusa:
Cel'ho con quelli che mi hanno consigliato di trasformarmi in un essere circolare tu-io-noi-tu-io e quindi uniforme.
Vi dico basta. Amavo esser irregolare, sbilanciato e per niente circolare nei miei rapporti, nelle relazioni e sopratutto nelle mie attività di social networking.

:)
col sorriso sulle labbra ovviamente.
Entro stasera vi scriverò il manifesto di questo blog. che poi è il manifesto di un uomo libero.

martedì, aprile 14, 2009

Preghiera contro l'impotenza... verifichiamole tutte le case.

Non so perché mi sia venuta in mente... ma la mia idea di oggi è: prendiamo chi ha firmato i progetti delle nostre case, invitiamoli a cena una sera e oblighiamoli (con una legge, ovvio), a rilasciarci un bel certificato di qualità del nostro fabricato.
Se il nostro fabricato non è stabile va sistemato.
Con, se possibile, un piccolo contributo statale tutti ci rimettiamo a norma la nostra casa, se è possibile rimetterla in ordine, altrimenti la dovremo rifare, in un massimo di 5 anni.

Le verifiche dovrebbero partire da ieri.

In Abruzzo invece, i soli progettisti, direttori dei lavori e vari appaltatori non basterebbero a sbrogliare la situazione, quindi gli invierei i professori universitari, gli assistenti e tutti gli iscritti all'albo degli ingegneri (almeno a qualche cosa lo facciamo servirà l'albo...) e facciamo stare un po' più tranquille le persone. Giusto un po'.

Periziamo, e garantiamo l'agibilità e la stabilità delle strutture.
Una ad una.

Facciamo una legge.
Se non si può, facciamo un'associazione culturale.
Facciamo un consorzio.
Facciamo una fondazione.
Facciamo qualcosa insomma, con ingegneri e costruttori e diamoci una mossa.

Se vi chidete "a che serve"... andate a Salerno, o a Potenza; incontratevi con chi era lì nell'80. Parlategli del terremoto. Simulate una scossa. Oppure siate presenti ad una scossa e guardategli gli occhi. Li vedete? quella non è paura, è impotenza, e non fa tremare, ma morire di sconforto.

Quando qualcosa non la puoi domare, può succedere. Quando non la puoi dominare, può succedere. Quando qualcosa non la puoi prevedere, può succedere. Quando non ti puoi difendere, può succedere. Ma quando tutto ciò capita contemporaneamente ti senti morire. Sei impotente.

Partiamo dall'Abruzzo. Seguiamo con le strutture pubbliche e di pubblico interesse (prima di tutto ospedali, dormitori e case degli studenti), poi col resto. In quanto tempo avremo periziato tutto?
però cavolo, almeno dormiremo più tranquilli.

Tu, che ne pensi?

mercoledì, marzo 04, 2009

La crisi economica: rischi!

come avevo provato a raccontare con il primo post introduttivo a questi quattro dedicati alla crisi economica, dopo aver parlato de:
adesso viene il turno di questo: la crisi economica: rischi.
Sì perché ovviamente ci sono tanti, tantissimi rischi dietro una crisi economica, il più terribile è il fallimento, personale, societario; ma anche sociale e collettivo.
Il fallimento è un fardello che però è stato depenalizzato e decolpevolizzato anche a livello personale, quindi una cosa della quale oramai sempre più imprenditori ne vanno abbastanza indifferenti. Ahimè!

ma quali sono i rischi della crisi?
- la ristrettezza economica porta ad avere il braccino corto sopratutto verso:
a) dipendenti;
b) investimenti in R&S;
c) pensare a lungo termine.

La fluidità di cassa da esigenza diventa scopo; da obiettivo diventa unico fine.

Vediamola dal punto di vista del dipendente.
L'imprenditore che teme la crisi procede con più o meno ragione, a una serie di tagli del personale che immettono sul mercato manod'opera di tre livelli:
a) molto giovane e competitiva;
b) relativamente giovane e comunque molto aggiornata e dinamica;
c) anziana e comunque molto ipostatizzata.
Disegnando un grafico immaginate lungo la x da un lato la staticità e dall'altro la dinamicità e sull'asse delle y il fattore della facilità al reinserimento. Ovviamente all'aumentare della dinamicità diventa più facile trovare lavoro.

Questo significa per i dipendenti: che devono rimanere sempre e costantemente aggiornati per spostarsi il meno possibile nella zona degli statici (per staticità si intendeva fissità mentale, non tanto fisica, ovvio, e per età, quella mentale).

visto questo grafico l'imprenditore si ritrova nella terribile situazione di decidere a chi tagliare la testa: dinamici e facilmente assorbibili dal mercato o statici e molto probabilmente disoccupati per lungo periodo?

Qualunque scelta farà cedere all'azienda del know-how interno molto importante, derivato sì dalle competenze, ma anche dalla sintonia e forza di squadra che si è andata a creare all'interno del gruppo di lavoro. Almeno che non si lasci a casa un intero gruppo di lavoro; in quel caso l'importante per il gruppo sarà: rimanere uniti, così da potersi dare forza e essere magari assorbiti interamente da un nuovo gruppo imprenditoriale (questa sarebbe la situazione ideale... ma solo ideale temo).

Dal punto di vista della ricerca e dello sviluppo le aziende sono portate a tagliare quelli che vengon visti come i tempi morti: dedicati solitamente al cazzeggio e alla ricerca di nuovi strumenti, metodi e strategia dai dipendenti più interessati.

Il terzo è il taglio del pensiero a lungo termine, della semina e della costruzione.

3 rischi molto seri.
Mi auguro che nessun imprenditore ci caschi. Ma anche questa è solo una speranza mi sa.

Mi trovavo a parlare di cose simili, e sopratutto della ricerca dell'eccellenza nel gennaio del 2008 in un post che intitolavo:il valore son le persone.

Spero.

Spero in nuove idee, in nuove strade; spero nel coraggio e nell'ottimismo.
E nella ricerca dell'eccellenza.

mercoledì, febbraio 25, 2009

...a latere

A latere, così, per sfogo forse più che per "prenderne nota".

Penso che a quindici anni, quando senti di avere le risposte giuste a tutte le domande, di governare il mondo, di averlo capito e compreso appieno; o forse non sono quindi, ma 18, 21; quando a quell'età hai la convinzione di poter e voler lottare contro i venti, i mulino a vento e i lenti, in quel periodo in cui sei certo di aver capito tutto: bene, era vero.
Avevi davvero capito tutto, ma proprio tutto: ritmi, modi e anche priorità della vita.

Poi di colpo arrivano gli "adulti"... e i bambini una volta uomini non giocano piu piano piano perdono il valore di tutte le cose... e ti insegnano il loro modo di vivere il mondo, le loro priorità e di fanno dimenticare tutto ciò che con pazienza tu hai scoperto con le tue forze per 15/18/21 anni di seguito.
Una domanda: da adulto quanto tempo dedichiamo alla scoperta e alla ricerca del nostro "futuro"? certamente meno e con meno possibilità di concentrarci.

E allora...
A te che forse hai meno di 21 anni, non lasciarti ingannare: tu ora hai capito quasi tutto della vita, non farti imbrogliare.


martedì, febbraio 17, 2009

Crisi economica: opportunità.

Ho provato a raccontarvi perché a me piace la crisi economica in
- La Crisi Economica: evviva, evviva.
- La crisi economica: pahuuuura!

Adesso mi sembra giusto approfondire perché nella crisi vedo sopratutto opportunità. Già: opportunità. Di rifondare l'Italia; il mio sud, la mia calabria; la mia agenzia di comunicazione. perchè lo vedo possibile.

Vista nel settore della comunicazione, non è che in Italia si stesse male, però era diventata un po' troppo la terra dei furbetti (il quartierino), dei cuginetti (i maghi del pc anche di quindici anni tutto fare), delle reginette (agenzie di pianificazione) e dei principini (le agenzie di comunicazione ipostatizzate); bene adesso è il momento di ripartire.

Abbiamo bisogno di accendere il cervello e ragionare, pensare, creare, condividere, costruire e sopratutto prendere parte e inventare.
Dobbiamo assolutamente prendere parte alla vita sociale, culturale, economica e sociale: perché per risalire la china avremo bisogno delle nostre forze, di quelle di tutti. Ed è in questi momenti che le persone danno il meglio di se: sotto stress, sotto tensione e costretti ad agire. Lo sappiamo no.
E allora ecco che la crisi economica rappresenta una grande opportunità: mettersi tutti in gioco. finalmente.

La ristrettezza economica poi invita e costringe le aziende a investire al meglio le risorse; vero. Ma dall'altro lato permette a molte più aziende di competere tra loro. Mi spiego: se prima i grandi colossi spendevano 100 volte il mio capitale in R&S adesso ne spenderanno 10volte, perché per loro un taglio da 100'000 euro a 10'000 è un taglio importante, per me da 10'000 anche se fosse a 1'000 non avrebbe la stessa "importanza" come taglio... non so se son riuscito a dirlo nel modo corretto. Con 100'000 euro si pagano gli stipendi di 10 persone; con 10'000 di una. Quindi è impossibile competere contro quella forza, ma tra una persona pagata 10'000 euro, e una pagata 1'000 magari è più facile competere... (è un esempio, ma il ragionamento penso vada da se)

Rappresenta un'opportunità sopratutto per quelle aziende quindi che vogliono investire adesso: pensate a quelle imprese dove è il titolare a fare R&S (anche di new business), avrà certamente la possibilità di conquistare importanti fette di mercato; e se a questo punto, a parità di valori economici messi in campo si potessero valorizzare le vere competenze? e magari migliorare le tue e farle emergere? e magari ancora presentare dei piani low budget e hi performance?

Ecco; questi sono aspetti che vedo come opportunità nella crisi economica.

E poi... aguzzare l'ingegno.
Voglio fare un esempio pratico. Sono dieci anni che realizzo siti web di tutti le tipologie, progettando community, servizi, e vetrine; però in questi dieci anni ho raggiunto una certa maturità nella progettazione di community innovative; bene, se voglio sopravivvere alla crisi economica sarà il caso di stringere i denti, concentrare le mie energie, i miei studi e le mie ricerche verso questa unica direzione; confezionando best practice, case history, e un ricco portfolio dedicato a questo tema e poi farlo vedere ai potenziali clienti.
Certo funzionava così anche prima; ma prima, dico per dire, l'armando testa poteva dedicare 6 stagisti e due senior per x giorni allo studio esclusivo di una gara; io invece, piccolo imprenditore preso per la gola dalla carenza della fluidità di cassa non potevo farlo; e allora vincevano loro.

Adesso che anche i grandi gruppi hanno ristrettezze di questo tipo probabilmetne ci ritroveremo a gareggiare un po' più a armi pari e quello che emergerà sarà l'innovazione, l'invetiva e la qualità delle idee...

Ovviamente tutto ciò AMMA (a mio modesto avviso... lo scrivo AMMA, perché odio la pigrizia della lingua italiana che si è appiattita su uno sterilissimo IMHO).

lunedì, febbraio 16, 2009

La crisi economica: pahuuuura!

Paura. Sì, paura.
Perché quel ministro (compreso il primo) e quell'altro (compresa la Gelmini) continua a parlarci di crisi, crisi, crisi. E anche Veltroni dice che la crisi durerà tre anni (potere di futurologo? bah). E questo fa paura.

La gente, se c'è la crisi economica deve effettuare dei tagli; lo dicevamo anche nel post di prima in fondo; anche se preferisco parlare di razionalizzazione... va bene, si vada anche con i tagli; e tagliamo. Ma cosa? noeh, non ci pensate proprio; ahio! lo sapevo, hanno tagliato un'altra cosa che costa poco e influisce molto poco sul bilancio rispetto ad altre voci che invece...

Esempio: quante aziende avranno deciso di tagliare le spese sul "caffè offerto ai dipendenti"? sì,la macchinetta del caffè... i buoni pasto; i rimborsi spese per trasferte, benzina, ristoranti; le ore di straordinario, i premi di produzione... Ehi, posso dirvelo in modo chiaro: ma siete impazziti? scusate la volgarità.

Ma quelli quanto vi costano in un anno? sì certo, vi costano; ma non sono uno spreco, sono GRATIFICAZIONI!. Cavolo; gratificazioni. I dipendenti sono già bistrattati da più parti; la crisi l'avvertono in paura e tensioni; adesso anche in azienda no dai, vene prego; sarebbe un errore dar loro questo colpo. Psicologicamente farete avvertire di più questa crisi.Dovete far dei tagli fateli in modo razionale. E poi: siete sicuri che dovete farli? non si può per caso migliorare l'offerta; differenziarla; offrire nuovi servizi; dedicarvi con maggiore serietà e serenità a delle nicchie di mercato che già servite ma a cui potreste dedicare maggiori attenzioni massimizzando i profitti?

Eh sì dai, certo che si può.

La crisi economica mi fa paura perché tutti ne parlano in modo "terrorizzante" senza molta cognizione di causa e senza troppe capacità.Non so se sia la metafora migliore, ma ho immaginato il sistema economico come il sistema idrico, che vista nel piccolo potremmo raccontare così: se la damigiana è da duecentro litri posso riempire equamente 200 bottiglie da litro oppure spareggiare le parti. Se però una parte di acqua la lascio nella bottiglia (o peggio nella damigiana)... più bicchieri saranno vuoti o avranno meno acqua nella migliore delle condizioni.I bicchieri devon esser riempiti; questo è l'obiettivo. se però uno evita di versare l'acqua, e
poi anche un altro e così via... beh, ci sarà poca acqua in circolazione e il resto viene da se.

Ora quello che si dovrebbe fare è evitare di far paura alla gente; se non guadagni meno di ieri perché hai paura, di cosa? per giunta stanno diminuendo i prezzi al consumo di alcuni beni (e comunque su questo l'intervento dei Governi sarebbe auspicabile)... allora perché mai aumentare il tuo risparmio? perché diminuire i tuoi investimenti caro imprenditore? a qual fine spingere di meno i tuoi prodotti sul mercato? perché c'è la parola crisi in giro per il mondo? beh, la crisi amico mio la stai creando tu in questo modo, scusa ma dovevo dirtelo.

Certo semplificando, giocando e parlando molto in modo micro forse...

però a me la crisi fa paura per questa ragione: la gente ha paura della crisi perché ne sente parlare tanto, la avverte un pochino e si chiude a riccio, almeno nella quantità che ne sente parlare e crea la crisi vera, anzi, anche peggio di quella preventivata.

Ora non vorrei esagerare, ma AMMA (a mio modesto avviso) la crisi è molto ma molto generata dalla paura; e poco, pochissimo reale. Ci sono imprenditori che si lamentano; altri che hanno visto il fatturato e il ricavo aumentare.

Quelli che si lamentano alcuni hanno ragione: vendono meno. Altri invece non vendono meno, ma si lamentano e si proteggono per paura.
Non vorrei davvero che tra dieci anni riguardandoci indietro ci troveremo a dirci: però, la crisi era di intensità 4/10 e noi l'abbiamo trasformata, per paura, in una di intensità 10/10...
Più è bassa l'intensità della crisi, meno avremo paura di investire sul nostro futuro e più veloce sarà la ripresa; e sarà una ripresa anche del mio sud se la gente saprà sfruttare l'occasione.

(leggete anche "la crisi economica: evviva" però, senno vi fate un'idea errata di come la penso :DD)

domenica, febbraio 15, 2009

La Crisi Economica: evviva, evviva.

Evviva la crisi economica. Sì, mi piace. Mi piace perchè penso che sia una grossa opportunità. Nessuno può più prendersi/ci in giro. Eheh! già, immagini di poter comprare la macchina a rate, oppure è meglio stavolta stare un po' più attenti, metter da parte di soldi e poi magari pensarci un attimo meglio? ah, ma certo, volevi regalarla a tuo figlio; no dai, sul serio? non è meglio forse aspettare un po' e non fare questo passo afrettato? quel ragazzo probabilmente capirà cosa gli stai dicendo, no!?

Già, così in azienda: dai, compriamo una telecamera nuova, un mac nuovo, un HD nuovo, tanto lo paghiamo a rate. A rate?! E se poi non cela facciamo? beh dai, cosa vuoi che sia pagheremo in ritardo gli stipendi, mica sarebbe la prima volta. No certo che non sarebbe la prima volta; però forse se non mi date lo stipendio e non pago la carne al macellaio lui non può pagarti il calendario delle scrofe che gli abbiamo realizzato; che ne pensi?

Certo. La gente ragiona di più. E non si è neppure vista la rincorsa al sale, allo zucchero e alla farina; segno che la gente ragiona.

E dal punto di vista delle imprese?
Non si possono più permettere errori.
Non si può fare più nessun tipo di investimento sbagliato.

Tanto meno in comunicazione.

Ecco che diventa essenziale scegliere l'agenzia giusta; che abbia all'interno il personale adeguatamente preparato, fresco e frizzante; e che possibilmente mi spinga per attività di comunicazione low budget e hi performance. Già. Low budget e Hi perfomarce.
Ecco cosa vogliono le aziende: alti ritorni dagli investimenti. Sì lo so, dovrebbe essere la loro richiesta di sempre; ma prima il fallimento era tollerabile, la sperimentazione necessaria anche in comunicazione (eri circondato da piccole pseudoagenzie che fanno sviluppo e ricerca sulle tue spalle...) adesso invece devi assolutamente spingere, spingere, spingere sulle leve giuste e nel modo migliore.

Ecco perché mi piace la crisi; rischia di rimettere al posto un po' di situazioni. Giusto avere i free-lance, ma il cuginetto che sa fare il sitino non è paragonabile a un'agenzia di comunicazione; quindi se vuoi far business ora non puoi più permetterti di rischiare: chiama un'agenzia preparata e seria.

Dall'altro lato le agenzie hanno bisogno di veri professionisti; ibridi oltre tutto; perché il mondo è cambiato, ma loro non sene erano accorte; cercavano ancora art e copy quando ormai il copy è un blogger che sa programmare in HTML almeno e sela cavicchia con photoshop; mentre l'art è uno scrittore eccellente per il proprio blog che sa intrattenere rapporti con i clienti e come minimo usa telecamere, macchinefotografiche e programmi di montaggi video meglio degli operatori rai.

Già, il mondo è cambiato; le agenzie non sene sono accorte; le imprese neppure. E' arrivata la crisie tutti ad aver paura e invece... la crisi è una grossa opportunità: i migliori sopravviveranno migliorando i profitti e selezionando le risorse; ma la cosa bella è che il migliore sarà proprio chi saprà fare queste scelte; non chi già oggi è il migliore.

La crisi rimette in discussione i valori in campo e valorizza le competenze personali e aziendali (la black-box dell'impresa). Eccoci allora: diamo forza al valore delle risorse interne, selezioniamo le migliori risorse che sono lì fuori sul mercato e diamo le risposte adeguate alle imprese.

Bhu, non so; voi cosa ne pensate?

La Crisi economica.

Siccome questo non è un blog ma il mio personale blocco di appunti, moleskine, o come lo volete chiamare (perché non è il medium che fa il messaggio, ma il messaggio che determina il medium a mio modesto avviso (abbreviato con AMMA da ora in poi - che sostituisce IMHO nel mio cervello perché odia la pigrizia della lingua italiana)); dicevo sicomme per me è un blocco di appunti butto giù delle tracce.
Stavolta ci tengo però a dar un minimo di ordine. Lascerò che sia la crisi a stupirmi. Sì lei, la grande crisi economica mondiale.
Di lei parlerò.
Non essendo un economista non avrò pretese di esaustività o rigore scientifico, ma voglio discuterne, chiacchierarne, esprimere il mio parere e raccontarvi cosa:a) mi affascina della crisi;b) cosa mi spaventa della crisi;c) quali prospettive e opportunità vedo nella crisi;d) quali sono le cose che "AMMA" andrebbero evitate.
Ci proverò; con il mio solito non rigore e uno stile canzonatorio :D
Vediamo.

martedì, febbraio 03, 2009

Il disagio sociale: non nasce dalla famiglia.

E mi spiace, oltre che stupire. Qua si parla sempre più spesso di politica della famiglia per risolvere il disagio sociale, quando in realtà il disagio sociale è sociale, mica familiare (per definizione; dico).

E allora perché da più parti si invocano leggi e azioni per la famiglia? per la tutela, per... ma qualunque cosa tranne una: i giovani vivono un disagio sociale molto forte, uno spiazzamento completo tra il modello di realtà disegnata (non sognata, da badare, ma disegnata) e la realtà vissuta.
Poniamo il caso di voler tracciare un cerchio. Si ha un'idea molto precisa di quel che sia. Poi lo tracci e ti rendi conto che... cioè, non sei mica Giotto. E mica è un problema. Non sei Giotto, sei Francesco, Luigi, Antonella, Alberto, Giovanna, Luca, e allora? Niente, chisenefrega.
Però la distonia tra il cerchio percepito e quello realizzato è la stessa distonia che hanno in mente i giovani tra quel che gli viene propinato come divertimento, stile di vita e fine della vita e quello che in realtà poi alla fine vivono.

Ecco. Se le istituzioni vogliono far qualcosa inizino a dare ai giovani la vita che meritano, sognano e desiderano; e che sopratutto vedono come possibile.

Per far un cerchio come quello di Giotto uso il computer o un compasso, per migliorare la qualità della vita ci saranno pur tanti begli artefatti; ecco, loro hanno scoperto la droga; e non solo. Noi cosa gli proponiamo?

Leggi! Scuola, educazione ecc. ma vah, che soluzione del piffero.

Chiuderei con un piccolo video; un brano di Brassen tradotto da De Andrè.

lunedì, febbraio 02, 2009

Il messaggio è il medium

Se da qualche parte ci si chiede cosa succederà ai mezzi di comunicazione col passare del tempo e se i capelli bianchi li porteranno a disintegrarsi o a modificarsi poche sono le certezze di fatto.Il mezzo cede sempre di più il passo al messaggio diventando egli stesso il medium (il messaggio è il medium, non più il contrario oserei dire); e i localismi diventano sempre più importanti.Guardare facebook per credere.

Quanti sono i gruppi del tuo piccolo centro abitato ad esser presenti su Facebook? quanti, li hai contati bene? sì, del mio sì, e tra diciture variabili e sfotto di contesa, ne risultano una quantità non più contabile (più di 500 dice facebook stesso)...

Ed è così che acquisisce importanza il locale anche per gli editori, che si concentrano sempre di più nella creazione di una proposta molto localizzata di informazioni, news, intrattenimento.

Forze che da un lato cercano di aggregare. Dall'altro c'è la necessità degli utenti di apparire, esistere, parlare, discutere; forze che tendono a esplodere e disaggregare.

Se da una parte spingono quindi ad esser più localizzati i contributi, più intrisi di comunità e di piacersi all'interno di una comunità dei pari, dall'altro la stessa forza spinge all'individualismo, all'isolamento, a quello che già mi ero proposto di definire co-individualismo, ovvero una forma di individualismo nuovo e diverso: io esisto insieme agli altri io; e navigo da io e non da noi.

La stessa tensione spinge il messaggio a fregarsene del medium; egli stesso, il messaggio, acquisisce uno statuto corporale; una forza egocentrica che lo costringe ad esistere indipendentemente dal mezzo che lo trasporta; non più televisione, radio, carta, ma il messaggio. Non gli interessa come lo volete trasportare, lui si modificherà e prenderà forma mutevole, ora in podcast, e ora in forma video, e ora sulla carta anzi no, sull'internet.

Eccoci, siamo nella fase dell'entropia da un lato, e dell'ordine, della categorizzazione e delle comunioni dall'altro.

:)

giovedì, gennaio 29, 2009

sei proprio una spungna Spontex.

A me è sempre piaciuto quando il plus diventa super evidente, la promessa unica e la rason why raccontata con semplicità.
Ecco tutto questo.



Cliente: Spontex.

Contro l'HIV

Preferirei non dover aggiungere nulla.


Find more videos like this on AdGabber

Energia.

visto l'enorme successo del "post al contrario" di ieri ( :) ) oggi invece voglio farne uno alla dritta.

Luce e movimento. Energia.





il cliente è Electrabel

mercoledì, gennaio 28, 2009

Post al contrario

Stavolta facciamo così: posto un video, voi mi dite cosa ne pensate e dopo scrivo il post.

Così, al contrario.



martedì, gennaio 27, 2009

dove siamo

Da Roldano de Persio scopro:

"La Cena delle Nordestine avvenuta a Padova, 24 gennaio è un chiaro esempio del fatto che qualcosa nel mondo è cambiato. In passato sarebbe stata una semplice cena oggi è diventata un micro evento."

da Marco Fossati invece guardo questo




quest'altro da AdPulp.




e questo stavolta da disruption

giusto per fare una foto alla situazione in questo momento.

lunedì, gennaio 26, 2009

da Luglio! gulp

E' da luglio che non pubblico nulla su questo blog? possibile che non abbia trovato nulla di cui stupirmi in giro per la rete, per le strade, nei cuori della gente?

O forse più semplicemente in questi mesi ho tentato di spolverare la soffitta personale: quella dei pensieri, degli scheletri, degli armadi con gli armadilli.

E allora eccomi qui. Perché si può e si deve ricominciare a raccontare lo stupore di un uomo, grande e non borghese, quindi contadino, scolarizzato e amante del bello.

Ritorno, ne sono certo, a scrivere e a partecipare alle discussioni sul web.

Abbandonerò però anche questo stile diaristico; non m'appartiene affatto. Torno ai miei modi e tempi: un block notes, con appunti sparsi alla deriva che forse google ordinerà per me, e sopratutto con tanti piccoli errori di battitura, sbadatagine e "fretta"; in fondo io sono così, poca attenzione per i dettagli e tanta attenzione per la sostanza; e so che per voi è un errore, ma è la mia vita, e se non vi piace così a me piacerà anche di più.

E' un secondo iniziare. Dal 1995 non mi ero mai allontanato dal web. Dal 2001 al 2007 avevo scritto, discusso, commentato con una crescente curiosità e partecipazione. Nell'ultimo periodo però lo facevo in un modo diverso.

Adesso torno. Finito l'entropia e iniziato il periodo in cui ci si deve rimboccar le maniche rieccomi.

Spero di ritrovare presto persone con le quali discutere delle cose che mi stupiscono anche su questo blog ;)

Aggiornamenti da Comunitàzione.it