sabato, dicembre 22, 2007

Cruciverba: due orizzontale.

Grazie al commento di Fabrizio anticipo l'uscita di questo post che stavo preparando.

Mi devo scusare in anticipo con lui per aver enfatizzato a tratti il dialogo ponendolo soprattutto nei suoi confronti ma ho voluto, anziché commentare a lungo il suo ottimo intervento, dedicargli molto più spazio in questo post, che spero possa far continuare un dialogo serio e sincero .

L'internet è democratico e orizzontale. (abbrevio per semplicità con licenza ellittica, come al solito).
Questa la domanda.
La risposta è: sì in teoria e lo sarà, ma no, ahimé ancora oggi. Ma ancor di più: può essere fuorviante definirlo così.

Perché se da un lato l'internet permette a tutti di accedere e a tutti di parlare, dall'altra parte permette a tutti di essere sconosciuti; e di dedicare tempo, risorse ed energia ad un passatempo costoso e purtroppo per alcuni illusorio.

Giustamente Fabrizio mi invita a guardare la cosa dal punto di vista non solo del fruitore dei contenuti, ma anche dell'editore.

Accetto volentieri quindi di anticipare i tempi di uscita di questo post.

Ho un foglio di carta davanti a me dove ho editato una serie di informazioni e di ragionamenti, mi piace troppo la mia bic e i miei schemini logicamente illogici.
Ho il diritto di scrivere, la possibilità; tutti possiamo farlo. Ma per questo motivo definisco la scrittura democratica? o orizzonale?
Non credo che mi verrebbe in mente.
Eppure lo è, se volessimo analizzarla partendo dalle definizioni.
Penso, scrivo; il mio foglio mantiene memoria, relativamente facile, molto economico.

Eppure non mi son mai sognato di dire che la scrittura portasse un'ondata di democrazia o di orizzontalizzazione della società e della comunicazione; o meglio: l'avvento della scrittura ha dato un grande contributo a questo sviluppo, ma non ci si è limitati ad accontentarsi di ciò.

Scrivo spesso. A volte faccio leggere le mie "disquisizioni" ad amici e conoscenti.

Altrettanto spesso cammino. Lo facciamo tutti quasi. E tutti ne abbiamo la possibilità. E' democratico? E' orizzontale? beh, non mi sembra sia utile definire così, ne la scrittura ne la mia passeggiata.

Altrettanto spesso vado nelle piazze delle città italiane che visito. Mi fermo nei bar e discuto. Chiacchiero. Parlo. Con chiunque voglia dialogare con me. Anche in metro. Anche la parola è democratica e orizzontale?

Quindi perché dell'internet viene enfatizzato l'aspetto "democratica e orizzontale" come se fosse una sua prerogativa ed esclusiva?
L'internet ha illuso la gente che gli consentisse di dire tutto a tutti e, per la stessa ragione di avere un blog, alcuni si son sentiti degli scrittori, altri dei saggisti, altri ancora dei ricercatori.
Bella orizzontalizzazione: ma illusoria.

Spero di non distruggere le speranze di nessuno... e spero anche di non offendere nessuno.
emm... e chiedo anche scusa perché ultimamente sto scrivendo dei post come se fossero verità assolute, ma siccome parlo a quattro amici, son certo che mi capiranno: ciò che esprimo è solo il mio poveramente veloce punto di vista.
L'internet illude un uomo di poter dire la sua (come può far sul suo diario) ma, a differenza del diario personale, sull'internet si è convinti che tutti ci leggeranno.

Perché c'è questa convinzione?
Perchè l'internet viene definita orizzonale e democratica.

E non solo questo: l'internet ha fatto traviare il significato della parola [democrazia] ma anche del concetto di [libertà di espressione].

Da quando esistono i blog molti pensano di poter sbeffeggiare (e calunniare anche) chiunque senza dover rispettare l'altro; peggio c'è chi si arroga il diritto di raccontare storie, spacciandole per assolutamente vere, senza però prendere le dovute cautele, racconlta di informazioni, dati ecc... anche il mestiere del giornalista ha subito delle modifiche, in negativo da questo punto di vista almeno: la gente parla per sentito dire. E per sentito dire ormai non ci parla più nessuno, tranne i giornalisti/blogger... oddio che ridere.


Potrei continuare con le aberrazioni di lettura di questi due concetti: democrazie e libertà d'espressione, ma forse vi tedierei; potrei anche raccontare casi concreti... ma penso non sia questo il momento.


Da un punto di vista economico: creo un sito web, produco un video, compio un'impresa straordinaria, ma il solo fatto di pubblicarla sulla rete non mene assicura una buona visibilità; non mi assicura affatto che venga letta di più della mia pagina di diario chiuso nel cassetto del comodino e neppure un maggiore ascolto rispetto al bar.


Ciò che mi assicura la vendita del mio libro, la vendita di un servizio o di un prodotto, così come la lettura del mio blog, non sono "la democrazia" dell'internet ma le relazioni che riesco ad instaurare.


Ecco perchè, caro Fabrizio dico che è inutile continuare a dire che sia democratico e orizzontale: potrebbe anche esserlo, ma per quanto mi riguarda voglio vedere l'internet per altre peculiarità: un motore sociale di relazioni e di condivisioni di esperienze di vissuto, ecc...


La rete delle reti, l'internet, ha prodotto dei cambiamenti sociali; alcune aberrazioni; nuove opportunità; aperto nuove strade. Da la possibilità a me, per esempio, di conoscere centinaia di altre persone; entrare in contatto con queste, discutervi (come spero di poter fare con te anche in privato); condividere esperienze, emozioni, desideri, aspettative, sogni.

Consente anche di avere milioni di amici e di lettori non amici; consente di incontrare nuove idee, nuove persone e nuove merci.

Ma siamo sicuri che serva dire che sia orizzontale o democratico? O questo "dire" è solo un modo per creare confusione e anche delle decodifiche aberranti dello strumento e del medium?

Se il medium è il messaggio. Se l'internet è fatta di messaggi, che possono o meno esser raccolti, non sarebbe il caso di guardare alle inter-relazioni che questi messaggi possono proddurre piuttosto alla libertà, alla democrazia e alla orizzontalizzazione?


Credo che, come suggeriva Mauro Lupi e come ho tentato di fare un po' di tempo fa con Andrey Golub in questo piccolo resoconto di un caso reale di "coltivazione delle news", dovremmo iniziare a preoccuparci e analizzare le relazioni che si instaurano e che sono queste relazioni, forti, labili, instabili, durature, che possono creare valore per l'uomo, per l'umanità ma, guardando al sodo: per il business e per i blogger.

martedì, dicembre 18, 2007

Cruciverba. uno orizzontale: non scrivete l'internet.

L'internet viene definito orizzontale e democratico.
Ho cercato in alcuni post di spiegare come questa definizione potesse essere fuorviante.
Nessuno vuole negare che l'internet permetta in teoria una nuova democrazia e una nuova orizzontalità dei messaggi e alle persone (e merci); ma non dibbiamo farci trarre in inganno dalle teorie neppure. Infatti definire l'internet come orizzontale e democratico è fuorviante perché potrebbe convincere alcune persone di cose non propriamente vere. Non sarebbe per caso più interessante parlare di uno strumento che consente di creare relazioni e che su queste relazioni quindi ci dovremmo concentrare più che sul numero di utenti che ci leggono?


Ora provo a dirlo in altre parole.

Uno strumento e un media per esser definiti orizzontali devono avere dei requisiti:
a) accessibilità economica;
b) accessibilità nello spazio;
c) accessibilità nel tempo;
d) accessibilità in termini cognitivi.

(la tv li rispetta tutti. il telefonino usato come telefonia pure...)

a) un martello è accessibile (economicamente) a tutti, tutti lo possediamo o potremmo permettercelo; magari non dei migliori, ma uno "discreto" costa poco. Chi non ha un martello in casa? un paio di forbici? un rotolo di nastro adesivo?

b) il martello se vuoi lo porti in giro, il paio di forbici ancora più semplicemente; ma sopratutto avendolo tutti in casa, ecco che non è difficile reperirli.

c) emm... si deteriorano difficilmente, e la loro funzionalità è sempre la stessa. Conservano i "tratti" del tempo che passa, ma non per questo si abituano a tagliar storto o a mandar giù i chiodi di traverso, con l'esperienza impariamo a tagliare e a martellare, e così loro sono uguali a prima grosso modo e nel limite della loro materia (la vite delle forbici molto spesso si scassa, ma basta una sistematina).

d) a livello cognitivo chi non sa usare un martello o un paio di forbici?

E vogliamo parlare di un foglio di carta?
beh, è un mezzo di comunicazione, o no? Una penna a sfera è una buona interfaccia. Accessibili in termini cognitivi ed economici, trasportabili nello spazio, ma anche nel tempo.

L'internet cosa ha in comune con questi strumenti?

Si, l'accessibilità nello spazio potremmo raggiungerla, nel tempo presenta qualche problema perché i dati aumentano vertiginosamente e controllarti è sempre di più un problema, ma sorvoliamo (per ora... è importante l'oblio invece).

A livello economico è un investimento il pc; un investimento la rete. non tutti possono permetterselo e difatti ci son famiglie che sono sprovviste. A livello cognitivo accedervi è ancora complicato. Reperire le informazioni cercate ancora di più, perché google da delle buone risposte, ma non le migliori in assoluto.

Ok, problemi sorvolabili.

Orizzontale?
Che da a tutti le stesse possibilità. L'internet? Avete le migliori scarpe del mondo, avete le stesse possibilità della nike di farle conoscere? non credo.
E' orizzontale quanto il mio foglio di carta e la mia penna a sfera (bic, la adoro).
Scrivo, ripongo nel cassetto e lo faccio leggere ai miei amici. Che sono già miei clienti possibilmente.

E' orizzontale perché potenzialmente mi permette di far conoscere il mio pensiero a chiunque? beh, anche la classica lettera nella bottiglia di vetro. Ma quante sono le bottiglie di vetro che nessuno ha mai letto?

Ok, allora perché dovremmo convincere un imprenditore ad investire in un mezzo sul quale potenzialmente il suo messaggio andrà alla deriva, o ancora peggio, il suo messaggio non sarà mai letto da nessuno?

Un motivo c'è, anzi più di uno. Uno sono le relazioni. L'internet permette di creare delle relazioni. Il valore di queste relazioni è incommensurabile, o ancora meglio, al momento non comprensibile. Io scrivo su questo blog, poi mi contattano alcuni di voi lettori dicendomi che il giorno dopo il loro prof. all'università ha detto le stesse cose.
Io non so se il prof. abbia letto questo post. A volte è coincidenza. A volte no.

Quindi (due), sono la creatività e tre la condivisione.

Direi che l'internet permette una nuova creatività e condivisione, un insight continuum di potenziale creativo e relazioni.

A me interessano un po' troppo questi aspetti forse, ma credo che iniziando a dire le cose come stanno, si creano meno falsi miti e meno scottature.

il quarto punto potrebbe essere la facilità di ricerca delle informazioni: se questa fosse effettivamente semplice. Uso l'internet spessissimo, non sempre mi da le risposte giuste e non sempre le migliori. Anche qui si dovrà lavorare parecchio ancora, e sopratutto oggi che le informazioni aumentano ad un ritmo enorme... (un consiglio: se avete una buona soluzione, ci sono tutti gli spazi per superare google).

giovedì, dicembre 13, 2007

Apoteosi lurker: la ricerca.

TechnoSoc
tartarugatecnologica
speculummaius
giulia diario
makinmyway
Opera bouffe
Succede a catepol
UniFerpi blog
CtaBlog

son alcuni blog che hanno aderito alla ricerca sull'APOTEOSI dei Lurker.
Qualcuno si cheide perché la ricerca? altri perché Apoteosi.

Partiamo dalla seconda questione: apoteosi perché finalmente i nostri lettori diventano Protagonisti veri.
La ricerca è fenomenologica, non è di natura quantitativa o qualitativa. Si cerca di osservare e monitorare un fenomeno, analizzandolo e chiedendosi perché.

E parte da alcune tesi, da verificare, ovviamente. E la ricerca è uno dei metodi per verificarle.
Ovviamente si aspettano le risposte. Che stanno arrivando, e continueranno ad arrivare.

La tesi di fondo da verificare è che non esistano dei veri e propri lurker, ma persone in carne ed ossa (infatti lurker è usato appositamente in modo provocatorio come termine), che non interagiscono con gli autori per pigrizia, per modestia, perché in realtà non tutti leggono ma molti sfogliano; e l'internet è un mezzo per niente democratico, e ancora poco orizzontale; e che ci sia una gran voglia di rap-presentare se stessi nuotando tra diversi se disgregati e inappagati. E, sopratutto, che il commento venga usato come metodo per farsi ri-conoscere?

Questa è la mia tesi. Pronto a rivederla se fosse sbagliata. Per ora l'analizzo. Insieme al gruppo di Comunitàzione.it e a quanti altri volessero farlo.

mercoledì, dicembre 12, 2007

Alex Badalic.


E già. Mi stupisce. Alex Badalic... a Milano, con me, a Creatives are bad.

Eccoci insieme a chiacchierare, meglio, Alex, che mi ascolta ed io che blatero.

Ecco a voi il mio amico: ALEX BADALIC.
mon amies, BADALIC (ditelo: badalich: non col K finale, ma con la C dolce di Ciliege, BadaliC, come stankovic, ibraimovic, chivoletecic... ma lic dolce)
emm... non è mia premura pubblicare un mio tutto busto, ma siccome capita... eccomi a bocca aperta a parlare, e non ridete: grazie al copywriterontheroad :D

Da creatives are bad a Milano, dalla sede della mitica AIAP:




em... ne approfitto: io in euforia per il successo di Creatives are bad anche a Milano.


non so quale acqua avevo bevuto, credo uliveto... ma a me l'acqua fa arruginire :)

io e twitter

Twitta. Melo dice Anna Torcoletti, melo ripete ieri sera la Markettara (nn ha una pagina su comunitàzione :) di Disruption.
Ok, apro l'ennesimo account su twitter, questa volta non per spiarvi, non per conoscerlo, ma per usarlo.
Il mio primo account su twitter. Bello. davvero bello. Più di quanto io pensassi.
Per me sostituisce appieno la funzione che ha sempre avuto per me la mailing list con il panzone bastardo che mi ha abbandonato. E va beh, questo è un rif. che spero non capiate, perché a me quel panzone di un grosso uomo, mi manca.

Con i soliti occhi di "scienziato della comunicazione" (non vedo l'ora di sdoganare questo termine, perché altro non sono), osservo attentamente i movimenti di twitter. Li osservo.
Twitter è la sostituzione delle mailinglist. Adesso aprirò un twitter-comunitàzione credo. Ci sto pensando sul serio.

Servirà dico.
Per il cazzeggio almeno.

Ci vorrei dentro amici miei: Fabrizio Ballabeni, Gianni Lombardi, tra i primi, poi ci vorrei dentro anche la gente che ho osservato sulla famosa ML che mi ha instradato seriamente sull'internet: Panzeri, LaPizia, Garavaglia per esempio. E gli altri cazzeggiatori solitari che frequentavano quella ml.

l'ho buttata lì.

Beh, in attesa vi invito a "seguirmi" su twitter, chissà che dal nostro di cazzeggio non possa nascere una nuova forma di quella stupenda ml... più snella, veloce e twitterata :D

emm... ne riparleremo di twitter in modo serio, appena mi viene in mente.
Ciauz.

martedì, dicembre 11, 2007

mi stupisce: l'internet non è many to many. Fuori dai luoghi comuni.

L'internet non è un mezzo "molti a molti" o many to many che preferiate dire.
Almeno questa è la mia osservazione.

Lo era. In principio. Lo sarà nuovamente. Ma adesso non lo è.

Per quanto attiene all'aspetto del media(*) l'internet oggi è puramente un mezzo di comunicazione uno a molti che si avvale dei media tradizionali per farsi conoscere e riconoscere.

Sembro impazzito, ma ragioniamoci su.
Qualcuno, io ad esempio, lancio un messaggio. Altri me (i blogger per esempio) lo riprendono.
Ma il messaggio parte da me. O meglio, da "la repubblica", da Berlusconi, da Prodi, dalle tv. Poi tutti ne parliamo.
Certo, per fortuna l'agenda mediale nostra nessuno può imporcela, e volendo possiamo approvigionarci di informazioni e cultura, estesamente intesa, da tanti rubinetti. Ma il rubinetto principale rimangono: pochi blogger e sopratutto i media tradiozionali.

Non vi allarmi e non vi stupisca, basto io a stupirmene.

Qualche tempo fa RTL ha raccontato di un servizio, generato tramite lo strumento della rete internet, di messaggistica sui telefonini (gli SMS) inviati tramite la rete a bassissimo prezzo, direttamente dal telefonino. Il sito in questione (non ricordo l'url a dire il vero) ricevette milioni di visite in quel giorno. La notizia fu ripresa da tantissime tv, giornali, radio. Ovviamente anche da tantissimi blogger.

E ora? chi si ricorda la url del sito?
chi si ricorda il brand?
chi ne tiene traccia nella memoria?

Personalmente mi ricordo l'accaduto, poi non funzionava con il mio operatore mobile (o meglio, i costi di accesso al WAP erano eccessivi) e così ho relegato quell'informazione nell'oblio della mia memoria.

Ma è importante notare il dato: un sito web si fa conoscere attraverso la radio, la notizia viene ripresa e ritrasmessa dai tg nazionali, e quindi, un servizio che esisteva da alcuni anni, raggiunge finalmente la fama.

Cosa significa?
che l'internet è ancora oggi se pur potenzialmente un media many to many, utilizzato come media uno a molti e che ha bisogno fortemente, per far emergere alcuni brand, delle vecchie logiche della pubblicità classica.

Alcuni servizi sono fortemente conosciuti in rete mi direte, e il passaparola ha superato ogni ostacolo... ma ostacolo de che!?
Mybloglog è utilizzatissimo in Italia. Nella cerchia dei marketer e dei blogger influenti soprattutto. E al di fuori di essa?
Le mie adorate appassionate dell'uncinetto non usano mybloglog. Usano però per il 90% splinder come fornitore del servizio di blogging.

Altri esempi?
Guardate i vostri ammiratori del blog su mybloglog per esempio (che per me ormai è un'indicatore e non altro), scoprirete che più o meno, grosso modo, tutti abbiamo gli stessi ammiratori. E l'espansione di mybloglog sembra enorme. Ma in realtà? E' davvero così universale? Andiamo in giro per la rete, entriamo in una comunità di "lavoro" diversa da quella che potrei etichettare come "marketing e tecnologia"; usano altri sistemi, altri aggregatori, altri identificatori.
Ognuno di noi si racchiude in un proprio circolo.
Da un lato questo è un indicatore importantissimo. Da osservare con attenzione; dall'altro invece è l'unità di misura della diffusione dei messaggi e dei "virus" che spesso non scavalcano le barriere delle cosidette comunità di pratica; rendendo così evidente che l'internet, per il momento, è molto un "parlarsi addosso".

Per fortuna ci sono degli ottimi esempi che dimostrano il contrario: Marco Fossati e Marco Marini ad esempio, sono due blogger che riescono a farlo benissimo. E mentre il primo scrive poco sul blog, il secondo (lacasalingadivoghera per eccellenza) è tra i pochi costanti blogger a riuscire a trattare temi inventati autonomamente e a creare messaggi nuovi.

Per citare poi il caso più eccellente all'interno della nostra comunità di pratica, rimane Giancarlo Livraghi, che cura il proprio spazio (chiamatelo blog, se volete, ma non mi attaccherei alle etichette; preferisco guardare gli indicatori), dal 1994, senza lasciarsi scalfire dal duepuntozerismo e da altre menate simili. Livraghi conosce il web, lo studia; ma conosce sopratutto la gente che lo usa e come usarlo.

In conclusione vi invito a guardare questi indicatori.
L'internet invece è un mezzo "many to many", che si esprime in questo concetto ogni qual volta, per esempio, i blogger lo usano per raccontare le proprie vicende, le proprie impressioni e non solo i propri punti di vista.

emm... ovviamente sono osservazioni e vi invito a discuterne con me.

(*) E bene ribadirlo: l'internet è uno strumento non solo un mezzo. Uno strumento di lavoro, di gioco, un arnese potremmo dirlo. Ma è anche un media elettronico, niente da ridere su questo punto.

venerdì, dicembre 07, 2007

Risistematizzazione: tentativo numero 1

In questo blog ho parlato di molte cose diverse, a volte anche di frivolezze; Ma in due anni (ho iniziato a scrivere qui nel novembre del 2005) ho affrontato un percorso di ricerca e crescita personale che ora vorrei provare a risistematizzare.

Prima di farlo una piccola e breve introduzione: questo blog lo ho usato e non so se cambierò metodo, come un blocc notes in cui appuntare dei miei spunti e delle mie riflessioni... vediamo se risistematizzando il tutto... traccio un po' alcune linee...

Riflessione 1: il web e il suo uso.
Che il web sia cambiato negli ultimi anni è sotto gli occhi di tutti; e che questa evoluzione abbia sconvolto il mondo del marketing e della comunicazione è un'opinione abbastanza condivisa.
La nascita di uno strumento many to many ha fatto scoppiare la bolla del viral marketing e delle guerriglie cruente, tanto che un libro scritto nell'85 oggi viene ripubblicato in Italiano; a distanza di ventidue anni.
Ma per i brand e le aziende in modo particolare, il web apre nuove lo sguardo verso nuovi scenari e nuovi modi di pensare al consumatore.
Anche il modo di intendere il design sta finalmente cambiando, e l'interaction design è una disciplina che finalmente raggiunge un proprio spazio. Limitato ancora.

Questo cosa comporta?
Il web sta modificando la società, forse con un ritorno al moderno e l'abbandono della postmodernità (francesco morace), o forse verso una nuova evoluzione di una società interconnesa: intesa come fortemente proiettata al futuro e ai progetti nel medio termine, poco stabile nell'immediato e nel presente, ma fortemente basata su valori e sentimenti guidati dalla voglia di esistere e raccontarsi.

alcuni tasselli: mito e racconto
La riscoperta del racconto della propria esperienza come valore essenziale per riscoprire chi si è; e proiettare verso gli altri una propria aura mitologica.
La riscoperta dunque anche del mito, non solo del racconto orale (o della seconda oralità, come la intende la Ong). Ma una riscoperta ego-centrica, che parte dalle esperienze personali che riacquisiscono un grande valore da mettere in comune con gli altri.
Ma mitologica e rituale.
Il riappropiarsi della propria esistenza e della propria esperienza diventa il mondo del racconto e del raccontare. I blog si basano su questa esigenza, comune tra le altre cose, di raccontare agli altri ciò che si vive, si osserva, si studia, si analizza, si comprende; ciò che si odia, ciò che fa male, ciò che da fastidio; ciò che si ama, si ammira...

Ma resa mitica perchè ascoltata, ri-prodotta, tramandata.

Altri tasselli: spazio e tempo
Il sorgere delle prime comunità on line (*) ma soprattutto l'evoluzione dei social network testimoniano una forte voglia di condivisione di uno spazio che potremmo definire fisico, in quanto composto da elementi fisici: il monitor è pur sempre uno spazio, ma lo è anche l'hard disk del server, e lo è soprattutto l'interfaccia(**) che viene utilizzata.
Quindi se l'interfaccia è lo spazio vero e proprio all'interno del quale vive una comunità, il tempo è rappresentato dal live, per quanto riguarda gli scambi in tempo reale (come col telefono), ed è sempre il tempo di fruizione (quindi li live nuovamente) il tempo di attualizzazione del racconto per gli scambi in modalità asincrona (come col libro).

In questa dimensione di spazio-tempo il web quindi esce da una serie di luoghi comuni e acquisisce una diversità dignità di esistenza: non sono più virtuali i rapporti, le relazioni e le emozioni che suscita, si svolgono in un tempo e in uno spazio, così come quelle reali.

L'importanza nuova del server
Con alcune nuove tecnologie, AJAX prima fra tutte, il server dei mantainer acquisiscono una nuova importanza, diventato non solo depositari della memoria in codice (HTML, XML, ASP, PHP ecc.) ma diventa esso stesso creatore di messaggi: i nickname suggeriti dai sistemi di iscrizione ne sono un esempio; la correlazione automatica tra articoli; i software come Technorati.
Ovvero un codice che non è più solo passivo, come lo è windows, ma che è in grado di generare risposte e in un certo verso proposte, quindi depositario di creatività propria anche.

Questo a mio avviso dovrebbe spingere i ricercatori ad analizzare un nuovo rapporto all'interno della comunicazione che potrei riassumere in questo schema: autore del codice-server-ricevitore, e tutti e tre "ragionano" e creano una parte del messaggio.

Questa considerazione è importante per far evolvere autonomamente i siti web e le applicazioni due punto zero.





(*) vi prego... non sono virtuali e non è un ciberspazio: lo ribadisco. Virtuale significa in potenza, e anche un libro è virtuale fin quando non lo si apre e lo si legge, ma nel momento in cui esso viene letto diventa reale, quanto dunque le community e i siti web. E non è un ciberspazio in quanto è popolato da persone fisiche e non da puri elementi di elettonica.
(**) inutile ribadirlo, ma è utile forse fare un esempio: il manico del martello, gli occhielli delle forbici, l'astuccio della penna: sono interfacce.

lunedì, dicembre 03, 2007

Creatives are bad: milano, dal 5 al 21 dicembre

Sale sale e non fa male a salire la febbre dei creativi che si confrontano con i clienti, questa volta a Milano, presso la sede dell'AIAP (fermata Lima o Loreto della metro rossa, come preferite arrivarci) e che sarà aperta dal lunedì al venerdì dalle 14 all 18.

La mostra della pubblicità rifiutata ( :D ) alle agenzie dai clienti, che riscuote sempre un grande successo, questa volta si sposta nell'olimpo della pubblicità, per dialogare con i creativi e i clienti, sopratutto, di Milano e del nord Italia.

Per chi volesse andare a vederla: non perdete questa occasione. per chi non ci potesse andare: fatevela raccontare. Per chi non è interessato: beh, la curiosità è femmina e aiuta il cervello.

ok, bando alle ciance, vi incollo il comunicato, tanto per gradire ;)

Dopo il successo riscosso a Cava de'Tirreni (Sa) e a Narni (Tr), la seconda edizione di Creatives are Bad! parte per una nuova importante tappa presso la sede Aiap a Milano.
L'Aiap, già ente patrocinante dell'evento, ospiterà la mostra presso la propria sede, in via Ponchielli 3, dal 5 al 21 dicembre.

Creatives are bad!, nata da un'idea dell'agenzia di comunicazione integrata MTN Company di Cava de'Tirreni, in collaborazione con Comunitàzione.it., è una mostra nazionale sulla comunicazione rifiutata o censurata, che espone i lavori mai pubblicati realizzati da agenzie e studi di progettazione italiani per le categorie di adv classico, progettazione grafica e spot tv.

La mostra vuole essere un momento per riflettere e confrontarsi su problematiche comuni e per interrogarsi sui perché celati dietro i rifiuti dei clienti, mettendo in risalto, quindi, le questioni legate alla comunicazione tra committenti e creativi.

A testimonianza della sua validità, la mostra gode di importanti patrocini: AIAP - Associazione Italiana Progettazione per la Comunicazione Visiva; Università La Sapienza - Facoltà di Scienze della Comunicazione; Università degli Studi di Salerno - Dipartimento di Scienze della Comunicazione; Provincia di Salerno - Assessorato al Lavoro ed alle Politiche Giovanili; Comune di Cava de'Tirreni; TP - Associazione Pubblicitari Professionisti; Ministero della Grafica; Federpubblicità.

Dopo il successo dalla prima esposizione, allestita a fine luglio nella città metelliana, e la seconda, che l'ha vista ospite di Attraversamenti 07, festival della grafica organizzato a Narni, Creatives are Bad! sarà a Milano in versione Tracks, ovvero in una variante dell'esposizione lievemente ridotta.Il secondo appuntamento nazionale di Creatives are Bad! offrirà dunque la possibilità a nuovi pubblici di esaminare ed apprezzare le tavole esposte, mossi da un costruttivo spirito critico volto ad unire e far crescere insieme i professionisti italiani della comunicazione.

domenica, dicembre 02, 2007

che il mediterraneo sia...

da Eugenio Bennato, tante volte ascoltato all'università di Salerno, anche a gratis, e in tante piazze del Mediterraneo.
Che il mediterraneo sia!.

Mediterreneo, lo sono.
ne porto addosso i colori, le musiche e i suoni.

Da musicista improbabile (trombettista) a agitatore dei sogni della gente (comunicatore), ecco cosa è il mediterraneo "sia" per me.

Che il Mediterraneo sia
quella nave che va da sola
tutta musica e tutta vele
su quell'onda dove si vola
tra il maestrale e la leggenda

[..]

e nisciuno è pirata e nisciuno è emigrante
simme tutte naviganti
allez, allez il n'y a pas de barrière
nous sommes tous enfants de la même mer
il n'y a pas de pirate il n'y a pas d'émigrant
nous sommes tous des navigants

Che il Mediterraneo sia
la fortezza ca nun tene porte
addo' ognuno po' campare
d'a ricchezza ca ognuno porta
ogni uomo con la sua stella

[...]

Che il mediterraneo sia, e rimanga nella mia anima ;)

Mediterraneo lo sono e non mi stupisco di esserlo, anzi, fierissimo.

ascoltatelo per chi non lo conoscesse...

sabato, dicembre 01, 2007

dieci anni di web, e cosa è cambiato?

Spesso sembro un vecchietto... quando mi trovo a dover raccontare cose che... buh, non so perché ma ho vissuto e altri no. Ma ho solo 28 anni, il problema semmai è che la mia vita l'ho vissuta in modo intenso e ho dormito sempre molto poco, meno di 5 ore a notte, raddoppiando quindi circa, la vita da sveglio che ho fatto...

ho avuto accesso la prima volta all'internet nel 1994, grazie a Piero Spinelli, che se legge questo post forse sorriderà.
Con Piero volevamo aprire un nostro "go online", oggi è l'edizioni master, nata a Rende, in provincia di Cosenza, ed io da lì vengo: da San Giovanni in Fiore (CS) appunto.

Dal 1994 ad oggi la rete si è evoluta, ovviamente...

Proprio oggi poi una ragazza mi ha raccontato della sua tesi di Laurea e... beh, perché non vada perduta vorrei raccontarvi come io ho conosciuto google e perché google è stato il mio motore di ricerca preferito.

Prima un piccolo incipit: nel 94 mi occupavo con Alfredo Federico (il nome è il primo, il secondo è il suo cognome), proprietario della Jaflos point, di sistemare i problemi sui computer dei professionisti del mio paese. Oltre a fare degli ovvi corsi di informatica.
Ero il "piccolo mago dei computer"... avevo 15 anni.
Quello che si chiama quando il pc si impantana, non vuol partire, stampare, accendersi. Trasformai una capacità in lavoro: continuavo a dare una mano a chi mi chiamava, ma lo facevo a pagamento.

Bel lavoro.

In quel periodo nasceva l'internet in Italia. E conoscevo da tempo le BBS.

Quando sei il piccolo mago dei computer è normale che i grandi ti chiedano come navigare sull'intenret.... come accedere e tutto il resto.
Tu, sei già un influencer e devi dare loro le risposte migliori per non far figuracce, sopratutto se per dare le risposte ti fai pagare la consulenza.

Quindi inizia a navigare sulla rete. Con Piero Spinelli andai in giro tra Crotone e Cosenza a scoprire come funzionavano i nodi di accesso alla rete: era il tempo dei numeri di telefono locale per accedere: 0984XXXXXX per esempio...

All'epoca trovare il sito web della wolkswagen non era facile. Anzi, piuttosto complicato, perchè non c'erano certezze: chi usava mettere il www, chi no, davanti al dominio; e non tutto era http://.
quindi usavamo un librone, che costava un botto che si chiamava "le yellow page".
Esistevano tantissimi Forum e soprattutto le BBS dove scambiarsi informazioni su: come navighiamo? dove trovo ciò che cerco?
Altavista era il motore di ricerca più usato.
Ma il collegamento lo pagavi per ogni secondo che stavi collegato.
quindi si scarivano i testi della ricerca, si scollegava il modem, e poi ci si riconnetteva quando si era cliccato.
Altavista era un motore di ricerca con una grafica pesante, e troppe informazioni inutili e spesso, prima di trovare il sito della Fiat, dovevi scorrere la terza o la quarta pagina dei risultati.

In quel periodo è nato google.
Un motore di ricerca segnalato sui forum e sulle bbs americane.
Lo provai, era efficace ed efficiente.
Il sito della Fiat era in prima pagina al primo posto, la grafica leggerissima e nessuna informazione ridondante.
il suo valore aggiunto rispetto ad altavista? velocità, precisione, efficacia ed efficienza: in una parola la qualità del servizio.

Altavista è solo un ricordo oggi. Google una forte realtà.

Il passaparola è stato fortissimo, ed è stato fatto da chi, come me, era un "consulente" o "piccolo mago del pc" verso tutti gli altri.

Spiegare come trovare una cosa con Altavista era complicatissimo: non ne eri sicuro la gente avesse voglia di scorrere tutte quelle pagine, quindi dicevi: prova a scrivere www.nomeazienda.com e vedi se ti da le risposte giuste. senno... chiamali e chiediglielo, ti sbrighi prima.

Con google dicevi: beh, scrivi quello che ti serve sul motore di ricerca, magari prova con le parole più semplici: automobili, al posto di vetture, o di utilitarie, e vedi che dovresti trovarlo subito.

Scrivere però "san giovanni in fiore" su google era desolate. Nessuna risposta. Non esisteva.
Scriver Luca Oliverio poi... era inutile.

Anche yahoo esisteva già. Ma aveva una grafica ancora più pesante rispetto a altavista e quindi era davvero sottoutilizzato.

Oggi che non abbiamo più i problemi di "pesantezza" delle pagine però ancora sui "manuali" e tra i consigli del web design trovate facilmente: le vostre pagine devono essere leggere... retaggi del passato, non serve più: la banda larga e la connessione flat hanno abbattuto questo problema. Le schede multiple di explorer e firefox hanno abbattuto anche il fatto che "se il tuo sito non si carica entro cinque secondi la gente cambia pagina"...

insomma... vecchie credenze che persistono, nuove tecnologie che non vanno avanti, e soprattutto la memoria che a volte è troppo corta.

Spero questa nota possa esser utile a quanti vogliano capire come un'azienda sia potuta diventare tanto forte senza farsi (all'epoca almeno) tanta pubblicità e vincere una concorrenza non spietata, ma cieca...

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