In questo blog ho parlato di molte cose diverse, a volte anche di frivolezze; Ma in due anni (ho iniziato a scrivere qui nel novembre del 2005) ho affrontato un percorso di ricerca e crescita personale che ora vorrei provare a risistematizzare.
Prima di farlo una piccola e breve introduzione: questo blog lo ho usato e non so se cambierò metodo, come un blocc notes in cui appuntare dei miei spunti e delle mie riflessioni... vediamo se risistematizzando il tutto... traccio un po' alcune linee...
Riflessione 1: il web e il suo uso.
Che il web sia cambiato negli ultimi anni è sotto gli occhi di tutti; e che questa evoluzione abbia sconvolto il mondo del marketing e della comunicazione è un'opinione abbastanza condivisa.
La nascita di uno strumento many to many ha fatto scoppiare la bolla del viral marketing e delle guerriglie cruente, tanto che un libro scritto nell'85 oggi viene ripubblicato in Italiano; a distanza di ventidue anni.
Ma per i brand e le aziende in modo particolare, il web apre nuove lo sguardo verso nuovi scenari e nuovi modi di pensare al consumatore.
Anche il modo di intendere il design sta finalmente cambiando, e l'interaction design è una disciplina che finalmente raggiunge un proprio spazio. Limitato ancora.
Questo cosa comporta?
Il web sta modificando la società, forse con un ritorno al moderno e l'abbandono della postmodernità (francesco morace), o forse verso una nuova evoluzione di una società interconnesa: intesa come fortemente proiettata al futuro e ai progetti nel medio termine, poco stabile nell'immediato e nel presente, ma fortemente basata su valori e sentimenti guidati dalla voglia di esistere e raccontarsi.
alcuni tasselli: mito e racconto
La riscoperta del racconto della propria esperienza come valore essenziale per riscoprire chi si è; e proiettare verso gli altri una propria aura mitologica.
La riscoperta dunque anche del mito, non solo del racconto orale (o della seconda oralità, come la intende la Ong). Ma una riscoperta ego-centrica, che parte dalle esperienze personali che riacquisiscono un grande valore da mettere in comune con gli altri.
Ma mitologica e rituale.
Il riappropiarsi della propria esistenza e della propria esperienza diventa il mondo del racconto e del raccontare. I blog si basano su questa esigenza, comune tra le altre cose, di raccontare agli altri ciò che si vive, si osserva, si studia, si analizza, si comprende; ciò che si odia, ciò che fa male, ciò che da fastidio; ciò che si ama, si ammira...
Ma resa mitica perchè ascoltata, ri-prodotta, tramandata.
Altri tasselli: spazio e tempo
Il sorgere delle prime comunità on line (*) ma soprattutto l'evoluzione dei social network testimoniano una forte voglia di condivisione di uno spazio che potremmo definire fisico, in quanto composto da elementi fisici: il monitor è pur sempre uno spazio, ma lo è anche l'hard disk del server, e lo è soprattutto l'interfaccia(**) che viene utilizzata.
Quindi se l'interfaccia è lo spazio vero e proprio all'interno del quale vive una comunità, il tempo è rappresentato dal live, per quanto riguarda gli scambi in tempo reale (come col telefono), ed è sempre il tempo di fruizione (quindi li live nuovamente) il tempo di attualizzazione del racconto per gli scambi in modalità asincrona (come col libro).
In questa dimensione di spazio-tempo il web quindi esce da una serie di luoghi comuni e acquisisce una diversità dignità di esistenza: non sono più virtuali i rapporti, le relazioni e le emozioni che suscita, si svolgono in un tempo e in uno spazio, così come quelle reali.
L'importanza nuova del server
Con alcune nuove tecnologie, AJAX prima fra tutte, il server dei mantainer acquisiscono una nuova importanza, diventato non solo depositari della memoria in codice (HTML, XML, ASP, PHP ecc.) ma diventa esso stesso creatore di messaggi: i nickname suggeriti dai sistemi di iscrizione ne sono un esempio; la correlazione automatica tra articoli; i software come Technorati.
Ovvero un codice che non è più solo passivo, come lo è windows, ma che è in grado di generare risposte e in un certo verso proposte, quindi depositario di creatività propria anche.
Questo a mio avviso dovrebbe spingere i ricercatori ad analizzare un nuovo rapporto all'interno della comunicazione che potrei riassumere in questo schema: autore del codice-server-ricevitore, e tutti e tre "ragionano" e creano una parte del messaggio.
Questa considerazione è importante per far evolvere autonomamente i siti web e le applicazioni due punto zero.
(*) vi prego... non sono virtuali e non è un ciberspazio: lo ribadisco. Virtuale significa in potenza, e anche un libro è virtuale fin quando non lo si apre e lo si legge, ma nel momento in cui esso viene letto diventa reale, quanto dunque le community e i siti web. E non è un ciberspazio in quanto è popolato da persone fisiche e non da puri elementi di elettonica.
(**) inutile ribadirlo, ma è utile forse fare un esempio: il manico del martello, gli occhielli delle forbici, l'astuccio della penna: sono interfacce.
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