mercoledì, marzo 07, 2007

La Calabria si ribella a Toscani


Continuano le azioni di controcampagna sulla scia creata da Toscani. In molti si stanno divertendo a creare delle nuove foto, delle nuove headline, dei nuovi spot.


La campagna più straordinaria è quella dei ragazzi di Locri, di www.ammazzatecitutti.org che mi scrivono:

'NDRANGHETA: MESSAGGIO “MINATORIO” A CINQUEFRONDI (RC): “ABBASSO LA MAFIA”.E' LA PRIMA VOLTA NELLA STORIAREGGIO CALABRIA, 06/03/2007 – “Abbasso la mafia”. E' la scritta comparsa su un muro del centro abitato di Cinquefrondi (Rc), comune tra i primi per incidenza mafiosa della Piana di Gioia Tauro. Ad immortalare la scritta, ferma sul muro di via delle Rimembranze da diversi mesi, ed ergerla come testimonial della campagna “Qui Calabria, Anno Uno – la Calabria che è già cominciata” ci ha pensato il giovane ventunenne Aldo Pecora, ideatore dello slogan “E adesso ammazzateci tutti” che fece diventare famosi i “ragazzi di Locri” in tutta Italia. La “campagna di comunicazione alternativa ed a costo zero” come la definiscono i ragazzi del movimento antimafia “Ammazzateci tutti”, nasce in risposta “ma né pro né contro nessuno”, precisano, alla nuova campagna di comunicazione istituzionale “sì, siamo calabresi - gli ultimi saranno i primi” realizzata dal noto fotoreporter Oliviero Toscani per la Regione Calabria. Sul sito internet http://www.ammazzatecitutti.org/ è stato aperto un dibattito ed un sondaggio per votare tutte le altre proposte che i ragazzi calabresi hanno realizzato.


Bene... adesso mi auguro che il Presidente Loiero, l'Assessore Adamo e l'Amministrazione calabrese diano uno sguardo alla creatività prodotta dai loro conreggionali, stimolati bene e anche nell'orgoglio da parte di Oliviero Toscani, e ne prendano atto... e soprattutto utilizzino queste campagne (non tutte, alcune sono delle vere boiate) ma le migliori per continuare e dare un senso alla provocazione iniziale di Oliviero Toscani.
Vista così, come provocazione iniziale che ha un seguito, la campagna di Toscani forse potrebbe iniziare a dare i suoi frutti.
Questa almeno la mia ipotesi.

lunedì, marzo 05, 2007

Come non fare la pubblicità

I maestri insegnano, a volte male.

Interrompo temporaneamente la mia discussione sul web per parlare di una cosa che mi ha stupito poco in se, ma molto alcune dichiarazioni politiche sull'argomento.

Che Oliviero Toscani fosse un brand, nessuno può e vuole negarlo. E che con quel brand egli ci campi non deve negarlo neppure lui. Ma è un fotografo! e dovrebbe ricordarsene.
La Regione Calabria ha affidato al brand Oliviero Tosani la creazione di una campagna di comunicazione con l'obiettivo di... cioè, l'intento della regione Calabria era quello di... come dire, non trovo le parole per esprimere l'idea di fondo di questa campagna, chi vuole aiutarmi?
Chi è in grado di rintracciare il brief sul quale ha lavorato Toscani per realizzare questa campagnia di comunicazione?

"Gli ultimi saranno i primi", cosa più banale non potevano dirla dei calabresi che poi non sono neppure così ultimi da poter dire: siamo gli ultimissimi, no... siamo in mezzo all'arretratezza, mica alla fine... quindi? non saremo mai i primi?

Che poi andare in giro con una maglietta con su scritto "sono un secchione" per un ragazzino del liceo è eccezionalmente producente, vero?
Oppure una bella figliola che va in giro con la frase "sono un'oca senza cervello" sul berrettino certamente avrà un ottimo successo soprattutto sul posto di lavoro...

Forse loro no, ma chi ha coniato questi slogan e posti sulla maglietta e il berrettino un po' sì. Come dire: chisenefrega di far pubblicità alla Calabria, io sono Toscani e faccio pubblicità a me stesso.

Come calabrese, intendiamoci, non sono assolutamente indignato dalle frasi che usa Toscani, ma indignato del fatto che ancora una volta la Regione abbia investito un mucchio di soldi in una campagna pubblicitaria che porterà come risultato... cioè l'obiettivo finale di questa comunicazione è... oddio, devo trovare il senso... ecco! Dopo questa campagna pubblicitaria aumenteranno i turisti, perché hanno scoperto che a San Giovanni in Fiore esiste l'abbazia Florense di Gioacchino da Fiore, un profeta studiatissimo all'esterno (Germania e USA soprattutto) e sulle quali teorie Dante ha scritto la Divina Commedia, San Francesco d'Assisi ne ha preso praticamente tutto e un'infinità di Sociologi poggiano le loro teorie. Certo, da oggi in poi non saremo più "gli ultimi" a non saperlo, perché ci ha pensato Toscani a farlo sapere in giro che quesat'anno è il quinto centenario della morte di San Francesco da Paola, uno dei Santi più amati in Italia.

Così come non saremo più gli ultimi a sapere che ad Isola di Capo Rizzuto esiste il Parco Nazionale marino, tra i più spettacolari d'europa per le meraviglie che custodisce sotto il mare e visibili anche ad occhio nudo poiché l'acqua è cristallina.

Evviva Oliviero Toscani che è riuscito a far conoscere la Calabria, perla del meditarreneo!

web 2.0: continuiamo a parlarne

Continuiamo a discutere del web 2.0 e, come nei predenti post, cercherò di approfondire il mio raggionamento sragionato a tratti magari, sull'importanza di scoprire che la comunicazione nel web 2.0 si trasfroma soprattutto nel fatto che il server diventi mittente del messaggio.

In un blog, ho trovato un interessante riproposizione dei modelli comunicativi on line
http://italovignoli.wordpress.com/2005/02/15/i-modelli-di-comunicazione-e-la-rete/

Come tutti sanno la tv è un media uno a molti, così come il libro o la radio. La lettera privata, così come la comunicazione faccia a faccia è una comunicazione "uno a uno" e non "uno a molti" o "molti a molti".
Dei siti web tutti ne parlano ma in pochi siamo riusciti a capire se sia da definire come una comunicazione uno a uno, o uno a molti. Alcuni (tra cui il post nel blog di Italo Vignoli) si spingo a parlare di comunicazione uno-a-uno-molti-a-molti...
un ibrido insomma.

Ma il web 2.0 poggia fortemente sul fattore che il browser, il tuo browser, inteso come quello di ogni singolo utente, può comunicare con il server e richiedere risposte specifiche. Ciò richiedere una rielaborazione del messaggio solo per me.

Se allora concepiamo il server come emittente del messaggio potremmo spiegare facilmente il modello di comunicazione che si instaura con il web 2.0 ovvero il tuo browser comunica in modo diretto, sincrono, unico e bidirezionale con il server (non con l'autore del messaggio) e il server risponde in modo specifico e "singolare" ad ogni browser.

Per intenderci ancora meglio: abbiamo visto prima come il web nasca dall'esistenza di URL fisici (indirri web appunto) che i browser interrogano per ottenere come risposta il messaggio inizialmente scritto da un mittente. Tu ti colleghi su www.google.it e ricevi in risposta quello che l'autore del messaggio hanno pensato per te e lo ricevi uguale a tutti gli altri che si collegano ad un url fisicamente presente su un server.

Cioè quella è comunicazione uno-a-molti: un messaggio scritto, questo post per esempio con un url fisico, scritto da me (che sono il mittente) e che arriva tale e quale a tutti i lettori.

Quando è il server invece a diventare il mittente del messaggio, tu chiedi l'url fisico news.google.com ma il server di google elabora, a seconda delle tue ricerche precedenti, delle risposte specifiche per te, che saranno diverse a quelle i tanti (potenzialmente tutti) gli altri.

Quindi non l'autore non è più la coppia formata da Sergey Brin e Larry Page ma direttamente il server.

Provate a loggarvi su google, effettuare alcune ricerche, poi telefonate un vostro amico e chiedete quali sono i suoi risultati nelle prime posizioni di google e ripetete l'operazione con altri amici che siano anch'essi loggati e che abbiamo effettuato ricerche diverse dalle vostre per diversi giorni.

Per risparmiarvi tempo vi dico che con Alessandro Mirri spesso ci siamo divertiti a constatare le differenti risposte che google forniva alle mie ricerche e alle sue...

Per esempio: a me in questo momento google news mi fornisce in home page e senza fare ricerche, risultati che riguardino notizie della Calabria, di una cittadina, San Giovanni in Fiore e varie notizie sulla tecnologia e la comunicazione. A voi? non credo che a tutti voi fornisca notizie sulla mia città d'origine, appunto San Giovanni in Fiore...

quindi chi è l'autore del messaggio? Sergey Brin e Larry Page o il server?

Bene, assodato che sia il server cosa comporta ciò per noi che ci occupiamo di comunicazione?

Sapere per esempio che con il web 2.0 (ma chiamiamolo semplicemente web) possiamo instaurare con i nostri lettori una comunicazione uno-a-uno utilizzando la capacità di dialogo tra il nostro server e il browser di ogni singolo destinatario del messaggio...
Per esempio su www.comunitazione.it facemmo un esperimento dove il server rielaborava, a secondo della stringa di partenza sui motori di ricerca dei nostri utenti, per ognuno di loro risposte diverse come suggerimento di approfondimento per le proprie ricerche di testi sulla comunicazione.

Questo è un primo passo. Ma ci sono tanti altri tipi di applicazione possibile, l'importante è scoprire che adesso il server e il browser instaurano il dialogo uno-a-uno e potrebbero non interromperlo mai, se solo noi imparassimo a farlo instaurare.

Parlerò ancora di questo tema, magari anche continuando a ricevere le vostre sollecitazione, e subito dopo inizierò a fare degli esempi pratici di applicazione di questa concezione nuova del server, soprattutto da un punto di vista comunicativo prima, ed economico subito dopo.

a presto.

giovedì, marzo 01, 2007

web 2.0: quando il server diventa il mittente

Nel precedente post cercavo di spiegare perché nel web 2.0 il server potremmo considerarlo un vero e proprio emittente di segnale, al pari dell'autore di un libro.

Rimando al precedente, o alla spiegazione un po' più tecnica che ho dato su www.comunitazione.it per chi volesse leggerlo.

Per gli altri, mi preme evindenziare l'importanza di una tale considerazione.

Cosa succede quando il server diventa un mittente del messaggio?
Perché è importante, a mio parere, considerarlo?
e quali stravolgimenti nel modo di pensare al web potrebbe apportare?

Se il server diventa un emittente di messaggio, e quindi lo si può in qualche modo considerare un autore della comunicazione non abbiamo più a che fare con il mittente classico, con l'autore dei messaggio, che è solitamente l'uomo, ma il nuovo mittente è un processore, in grado in modo automatico e autonomo di generare messaggi di senso compiuto.

Non sono un amante della teoria, ma sono un pragmatico, e di questa osservazione non mi interessa tanto lo stravolgimento alle teorie di Shanno e Weaver che potrebbe apportare, ma le conseguenze pratiche.

Se iniziamo a pensare al server come un autore, allora sappiamo che:
a) non dobbiamo essere solo noi autori del messaggio, ma il server, per esempio, potrebbe elaborare ogni giorno dei contenuti nuovi per il nostro blog;
b) il server potrebbe contattare autonomamente i lettori del nostro blog;
c) il server potrebbe creare da solo una chat, una conferenza o come la vogliamo chiamare, una comunicazione sincrona con i *suoi* lettori in un determinato momento, e arricchire la propria comunicazione proprio dal feedback degli utenti.

Non sono visioni o pronostici ne da grande fratello, ne da Matrix o da Nirvana, sono semplicemente invece dei punti interessanti su cui ragionare e prenderne atto per comprendere quali strade si aprano davanti ai programmatori e agli esperti di comunicazione.

Avremo nuove strade da tracciare, ma dobbiamo capire che l'autore del messaggio non sono più solo "io" ma anche il server...

Ci ragioniamo isieme e ne riparliamo meglio?

se volete, son qui.

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