martedì, maggio 13, 2008

A elezioni passate

Da qualche tempo ho aperto un nuovo blog, si chiama: elogio della lentezza.
Ne parleremo spero.

Ma ora voglio parlare delle elezioni passate, ancora una volta.

Mi stupisco a risentire la canzone di Giorgio Gaber Qualcuno era comunista, forse perché mio padre lo era; o forse perché lo sono stato anche io.

Qualcuno era comunista perché chi era contro era comunista.
Gaber, scherzi? davvero? chi era contro era comunista?
e oggi?
no, oggi no, chi è contro non è comunista. Leghista.
ma perché mai?

Qualcuno era comunista perché non sopportava più quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia.
Emm... Gaber, ma la democrazie è una cosa giusta, seria, dovuta; o forse no? quella che abbiamo noi è meglio dimenticarla?

Qualcuno credeva di essere comunista e forse era qualcos’altro.
Beh, una buona spiegazione anche questa.

Qualcuno era comunista perché sognava una libertà diversa da quella americana.
Sì, sopratutto del concetto di democrazia americano.
Oddio, Gaber, avevi ragione allora?

Qualcuno era comunista perché pensava di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.
Beh, bel principio, finito nel cesso mi sa. Ma mi piace stupirmi anche di questo.
E ora Gaber?

E ora? Anche ora ci si sente come in due: da una parte l’uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall’altra il gabbiano, senza più neanche l’intenzione del volo, perché ormai il sogno si è rattrappito.

Due miserie in un corpo solo.

Liquidi e soli nel gruppo dei soli; autistici sociali e asocialmente insieme. Gabbiani che non hanno più nenache *l'intenzione* del volo.

Squallido presagio o la nostra costruzione sociale della realtà?
A voi la parola.

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