martedì, maggio 15, 2007

La tv che non va ed altri misteri

Che la Rai non andasse bene ce ne eravamo accorti.
Da anni ormai in vari interventi (Andrea Caldart 1, Andrea Caldart 2, il mio su Funari, ancora Andrea, Gianfraco Virardi, Gianluigi Zarantonello) su comunitàzione.it abbiamo denunciato la caduta di stile, la perdita di contenuti e, ultimamente, la caduta dell'audince.

Così Padoa Schioppa, Ministro della nostra Repubblica, avverte il Primo Ministro italiano: bisogna cambiar rotta, e a pagare è stato Petroni.

Ma cosa c'è nel sistema televisivo che non va?
Se fino ad ora la richiesta di prodotti "migliori" nasceva dai tanto bistrattati intellettuali, ma essendo pochi (secondo alcuni) non erano da prenderei in considerazione ma solo da ascoltare (vedi a proposito della consulta della qualità rai, sia l'articolo di Virardi che l'intervista con la Oliverio Ferraris) e poi sistematicamente disattenderne le indicazioni, adesso potrei dire che la situazione è mutata: la gente, il popolino, come qualcuno lo chiama, adesso vuole qualità. Lo dimostra il successo di Fabio Fazio, quello di Rotocalco Televisivo di Enzo Biagi, lo dimostra ancora il successo di Report su Rai Tre.

Dall'altro lato, la dimostrazione arriva dal flop di una revisione dei cervelloni, le non più brillanti prestazioni dei troppi reality show e delle polemiche connesse.

Insomma, la gente chiede contenuti: adesso che ha la possibilità di scegliere non più tra 6 canali ma su una diversità plurima sia all'interno del mezzo televisivo che tra gli strumenti di comunicazione e di intrattenimento (internet, telefonino, playstation, il vecchio e caro libro, la radio che ottiene una grande rivincita), anche gli editori se ne accorgono.

Ma adesso accade un fatto nuovo, che mi stupisce e sconcerta non poco: Endemol viene acquisita da una cordata, tra cui Endemol stessa (?), Mediaset e la spagnola Telefonica. Acquisto, detto tra di noi, che frutta ad Endemol (?) una plusvalenza di circa milleduecento milioni di euro (?).

Endemol, ricordiamolo, è la casa di produzione di Affari tuoi, il Grande Fratello, Vivere, Cento Vetrine, Che tempo che Fa e un'infinità di altro format. Insomma, Endemol produce contentenuti, tra gli altri, per la Rai e per la Fininvest.

Tutto normale, in un regime di concorrenza è ovvio che lo stesso fornitore lo abbiano più società concorrenti tra loro, ma cosa succede quando un fornitore viene acquistato da un concorrente o ancora quando un fornitore diventa anche concorrente?

E' una situazione non nuova anche nel campo della comunicazione commerciale: tipografie che fanno anche agenzia di comunicazione, legatorie che fanno da tipografie, ecc, ecc, ecc. Un sistema che spesso porta le tipografie a cambiare legatorie, le agenzie le tipografie e così via.
Insomma, solitamente, in modo molto semplice, si cambia fornitore, perché l'incompatibilità dei ruoli è palese.

Ma, se Endemol è stata acquistata solo ora dalla Mediaset... a pensar male... beh, non è che per caso la Endemol abbia venduto fin ora dei bidoni alla Rai proprio per farle perdere terreno nei confronti del biscione?

Questa rimane una domanda di corridoio, nei piani alti si parlerà adesso di altre cose e soprattutto del futuro e dei futuri fornitori della Rai. Qualche consorzio tra piccoli produttori di format potrebbe formarsi intanto (auspicabile), per presentare un offerta seria alla Rai, che per le acqua nelle quali sta navigando ha bisogno di nuove idee, nuovi contenuti e nuovi direttori di rete.

Intanto dagli States arriva un'altra notizia bomba: Abc, Cbs, Fox, oltre alla Nbc, hanno perso 2,5 milioni di telespettatori negli ultimi due mesi rispetto allo stesso periodo del 2006 (fonte La Repubblica).
A guadagnare punti di "ascolto", neanche a dirlo, è l'internet, con Google su tutti.

Insomma, quando tutti stavamo parlando della via del tramonto dei giornali, come ad esempio l'Economist secondo cui entro il 2043 la carta stampata terminerà il suo ciclo di vita, ecco che scoppia in tutto il mondo la bolla delle TV: la gente si annoia e smette di guardarla. Ma anche lo stadio ha subito un calo di presenze. E allora?

La gente della società liquida di Bauman, e del consumatore postmoderno di Fabris ha probabilmente di meglio da chiedere alla propria vita che di subire, in modo passivo e doloroso, lo scivolare di immagini.
Quando tempo fa qualcuno scherzando affermava che la pubblicità era il meglio della tv, probabilmente doveva esser letto l'ammonimento e l'invito a migliorare i contenuti.

Fare tv oggi sembra facile: prendi un conduttore, possibilmente Pippo Baudo, regalagli 90 minuti di palcoscenico in prima serata, fagli prendere un paio di ospiti (Gigi D'Alessio, Laura Pausini, Gianni Morandi), miscelali con un comico qualsiasi ed ecco nato il programma televisivo.

Poi rivedi Baudo, Corrado, Mike e Tortora, tutti e quattro insieme a condurra lo stesso programma e pensi: che carino. Oppure Mina insieme a Walter Chiari, con Paolo Villaggio e altri che collaborano e ti dici: però, la tv dovremmo saperla fare.

Pensi a Garinei e Giovanni, ti guardi intorno e da anni aspetti di vedere autori. Pensi a Celentano con Cugia e Lucarelli, e ti chiedi perché Cugia, proprio lui, venga estromesso da Apocalypse show. Che tra le altre cose, cambia nome in vietato funari, che la mia analisi sia condivisa anche da altri?

Insomma, in questo torpore c'è spazio per nuove idee, ma a chi inviarle? con chi condividerle?

1 commento:

Antonio Candeliere ha detto...

Povera Italia?Come siamo ridotti!

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