Accolgo e i buon grado l'invito di Alex Badalic nello scrivere il meme sulle "8 cose su..."
Perché come al solito spero che scriverlo mi aiuti a scoprire qualcosa di nuovo razionalizzandolo.
1) la cosa più importante qui: scrivo su questo blog per il solo gusto di usarlo come un post-it: butto qui degli appunti, in modo anche sgrammaticato, anche se fosse sbagliato, pur di ragionare con voi.
Le email che ricevo e i feedback come commenti, ogni qualvolta instaurano una comunicazione che crea nuovi sensi e da nuovi spunti, mi eccitano e mi sono utili nella mia ricerca continua sui modi di comunicare al meglio e di coinvolgere gli utenti nei processi di comunicazione; poi per crescere e migliorare, o razionalizzare i miei pensieri. In questo caso mi trovo d'accordo con alcune idee espresso (e da molti criticata) da Domiziana Giordano sul blog di nova100 nel post Scrivere in un blog.
Sono molto d'accordo anche con quanto esprime qui Luca de Biase, e in particolare quando dice: 1. La questione della configurazione del Nokia di Domiziana è stata lo spunto per fare emergere una sorta di - forse inconfessabile - senso di superiorità nelle persone che si danno come esperte di tecnologia rispetto a quelle che ammettono le proprie difficoltà. Ma questo non basta a spiegare.
2) Sono un art director con il gusto per le parole, che crede di essere uno nessuno e centomila tra gli altri uno nessuno e centomila. Mi piace molto Pirandello e le sue idee le vedo molto ma molto utili per la sopravvivenza. Ecco perché anche nel mondo del lavoro (dovrei esser un pubblicitario) non mi piacciono le dighe troppo spesse utilizzate e imbottigliate in una presunta iperspecializzazione (leggete questo al proposito), tra art, copy, marketer, virali, planner ecc. Certo servono le competenze ed una buona agenzia di comunicazione dovrebbe prevedere tutte queste figure, ma la formazione continua, e sopratutto la curiosità, spingono per esempio gli art a conoscere tanto altro; ecco dunque cosa scriverò negli altri punti di questo meme: sono un jolly per le agenzie.
3) ho lavorato in tipografia fin da bambino. Quando ancora era una serigrafia e un laboratorio che costruiva insegne luminose e pannelli. Ho iniziato lì dentro. Non avevamo l'offset anche se la sognavamo. E' qui che ho iniziato a conoscere la tipography, il lettering, la giustezza e le spaziature tra caratteri. Avevamo una pedalina e i caratteri erano realmente quelli mobili di Gutenberg. Lavorare lì è stata la più grande palestra per il mio cervello. Le prime riviste, i primi scontri con i clienti, i primi feedback dal mondo circostante, le prime idee per una comunicazione alternativa (buchi nelle insegne che lasciassero vedere il panorama; tappeti al posto dell'insegna...)
4) dalle insegne all'Istituto Professionale di Stato per l'industria e l'artigianato: avevo bisogno di imparare anche a far l'elettricista in fondo, e lo imparai diplomandomi con il massimo del punteggio: 60/60; Ma da lì è nata la passione per gli apparati trasmissivi delle televisione e delle radio, studiavo per diventare anche "operatore delle telecomunicazioni". Quindi un approdo in una tv locale (questa), ma presto ho scoperto che far riprese, montaggi e regie era più interessante. Da lì all'invenzione di nuovi format, il passo è molto breve. Così alcuni amici hanno iniziato a chiamarmi per dargli una mano per realizzare delle produzioni video.
5) Se inizi a scoprire cosa sia la comunicazione così da vicino, e dal dietro le quinte (tipografia e centri di produzione video) quando completi gli studi superiori e devi scegliere l'università il ventaglio delle possibilità ti si restringe; a me ad uno solo: Scienze della Comunicazione, a Salerno. Dove mi son laureato, tra una cosa e l'altra, con solo 97/110 e una tesi di laurea, scritta in tre anni, sull'interaction design, dal titolo Design dell'interazione, un'esperienza di progettazione: www.comunitazione.it
6) Già, Comunitàzione.it del quale sono ideatore e costruttore: anche l'asp che fa funzionare il sito è di mia scrittura. Perché poi in fondo quella della programmazione è una lingua, un modo di comunicare tra me e il server e l'utente. Se si vuol parlare di comunicazione mediata dal computer, non trovo altre forme se non questa. Solo questa è una comunicazione mediata dal computer: il lavoro del programmatore che pensa agli utenti.
7) Comunitàzione mi ha aperto le porte verso l'internet e l'intelligenza artificiale. L'internet come strumento di lavoro, l'internet come mezzo di comunicazione. Due entità distinte e separate, due cose diverse. Ed è stato con comunitazione che ho scoperto il content managment (non esistavano libri sull'argomento ancora) e la gestione di un sito. Ho sperimentato il brand managing e il project managment. Ho dovuto fare azioni di marketing diretto, e costruire un social network.
8) Ovviamente nel frattempo ho lavorato per alcune agenzie di comunciazione, aperto e chiuso un paio di agenzie con soci diversi. Ho avuto la fortuna di incontrare l'associazione Mentoring Usa/Italia onlus, nella quale da 8 anni sono inserito nell'area marketing e comunicazione. Ruolo che ricopro, da responsabile invece per l'Associazione GSAItalia.org, l'associazione di Giornalisti Specializzati presieduta dall'amico e ottimo giornalista di settore, Roberto Bonin
Piccola considerazione a latere: motivo del post. In tutto questo impara l'arte e mettila da parte atto solo a scoprire ed approfondire alcune conoscenze in modo diretto e pratico (chi può far il grafico se non conosce la tipografia? chi può scrivere un film anche di 30'' se non conosce la tv? chi può creare comunicazione per l'internet se non conosce il web?) ho sempre lavorato in medie/piccole realtà nelle quali i reparti non hanno tenuta stagna, non hanno separazione e se in tv si deve andare in onda, poco importa se non hai mai fatto una regia, se sei solo devi far quello e non solo; se in tipografia c'è una lastra sbagliata, poco importa se non sei il grafico, accendi il computer, correggi e ristampa la pellicola.
Certo non devi per forza saper fare una fotografia d'accapo, o una pianificazione sui media; è sempre meglio che sia uno specialista a fare determinati lavori; ma la separazione netta e drastica non solo non è funzionale, ma rischia di compromettere la tua carriera: se dovessi reinventarmi ho acquisito molte competenze e mal che vada potrei fare l'elettricista; ma se non avessi avuto tutta questa curiosità?
ok, nonostante odio le catene di Sant'Antonio, come suggerito da Alex Badalic dovrei ora passar palla ad altri blogger; lo faccio perché in effetti di alcuni mi piacerebbe conoscere qualcosa in più, 4 amici e 4 sconosciuti. Lui ne chiede otto, ci provo:
1) alla a me sconosciuta Markettara di Disruption, che considero la miglior mente del marketing virale in Italia;
2) al miglior copywriter che ho conosciuto negli ultimi tempi, Marco Fossati di creative classics
3) alla miglior casalinga del web :) lacasalingadivoghera, ovvero Marco Marini e i suoi spunti di riflessione costanti sulla comunicazione in Italia;
4) a chi ricerca nuovi strumenti e nuovi metodi per la pubblicità del nuovo millennio, Maurizio Goetz e il suo marketing usabile;
e... I blogger che non conosco affatto, manco per e-mail:
5) Kamikaze planning... bel blog, curato, ma... chi sei?
6) NumeroVenti un blog che seguo e non conosco per nulla gli autori: mi piacerebbe;
7) a Massimo Carraro di ohmymarketing, un blog che leggo ed un blogger che ancora non conosco benissimo, ahimé, ma apprezzo;
8) a Fabrizio Olati di marketing fieristico, altro blog che seguo ma vorrei conoscer meglio.
Non chiedo a nessuno di loro di seguir la consuetudine di questa catena di Sant'Antonio: se volessero farlo bene, altrimenti... interrompetela pure, che alla lunga è sciocca e fastidiosa.
5 commenti:
Luca,
ti conosco attraverso Alex, che mi ha parlato del tuo blog e della tua attività.
Accetto il tuo invito che mi fa
riflettere ancora una volta su come la comunicazione in rete sia diversa da quella che avviene attraverso altri mezzi.
La sediziosità dell'internet ti porta ad essere più diretto, ad avere meno schermi ed a scoprire subito (questo è almeno il mio pensiero) chi bara e chi no.
Ti faccio un esempio: sono membro di Neurona (un social network in salsa ispanica, simile e Linkedin) e alcuni mesi fa (il dato è importante) ho fatto richiesta di entrare in una delle comunità presenti. Uno dei moderatori mi risponde che per accedere alla comunità devo sottostare ad un test che misurerà il mio impegno ed il tempo che dedicherò alla comunità (l'elenco completo delle domande l'ho riportato in un post del mio blog dal titolo "Lo strano mondo di Neurona" con alcune personali considerazioni).
Oggi, a distanza di mesi, ricevo una mail nella quale vengo tacciato di presuntuosità e saccenza per il fatto di non aver dedicato del tempo a rispondere a quelle domande che ritenevo, e ritengo, inutili.
Tra l'altro, la persona che ha inviato il suo commento, si è resa inaccessibile, privandomi della possibilità di controbattere.
La differenza tra la comunicazione tradizionale e quella che passa attraverso l'internet sta tutta qui (sempre secondo me).
Se ci parliamo per telefono, il mio tono di voce può nascondere i miei reali stati d'animo;
se ci incontriamo di persona, i miei atteggiamenti possono celare chi sono realmente.
In rete tutto è visibile, tutto può essere interpretato. Non c'è spazio per i bluff e per l'anonimato.
I nostri blog - ed il nostro modo di utilizzare gli strumenti che l'internet ci mette a disposizione - sono il nostro specchio professionale e lo specchio della nostra anima. Ci sono persone - e società - che non sono ancora pronte per usare questi strumenti nel modo migliore, e da queste, purtroppo, dobbiamo guardarci.
So di essermi dilungato. Se mi stavi chiedendo 8 cose, questa è la numero 1.
Ciao.
Fabrizio Olati
marketingfieristico.blogspot.com
ciao luca
grazie di questo singolare invito.
vado subito con 8 segreti sconosciuti a tutti, quasi anche a me stesso.
1. oggi mi sono messo a dieta.
2. in bagno, mi piace che la carta igienica cada lungo il muro, e non dalla parte mia.
3. stimo il cliente medio più del pubblicitario medio.
4. se fossi un cliente stimerei il pubblicitario medio più del cliente medio.
5. mi piace la romagna.
6. scelgo il cinema quasi più del film.
7. sono costantemente preoccupato di non trovare la sedia per scrivere.
8. non immagino minimamente come andrà a finire.
a prestissimo,
max
Ciao Luca,
come ti ho già ho detto, ho fatto outing un po' di tempo fa...
http://disruption.splinder.com/post/11345420/5+cose+che+non+sai+di+me
Le cose erano cinque, quindi ne aggiungo altre tre:
6) ho scoperto di aver idealizzato troppo Milano, quando ero "giù": mi piacerebbe ci fosse più calore e meno superficialità dal punto di vista dei rapporti umani. Soprattutto, meno pregiudizi. Sul lavoro, invece, se hai delle aspirazioni questo è il posto giusto, ma su molti aspetti la mentalità è ancora un abbastanza ristretta e manca il coraggio di osare.
7) il mio desiderio più grande: avere una giornata di 48 ore (l'ho già pianificata: 3 tranche di 6 ore l'una per dormire, 10 ore di lavoro in 2 step, 5 ore per relazionarsi, 10 per pensare e dedicarsi alle proprie passioni, altre 5 per divertirsi)
8) ti reputo una persona straordinaria, ma hai un grande difetto: parli troppo! :P
p.s. finiscila di farmi tutti questi complimenti e di esagerare, ché non è per nulla vero! in auto, al bar, a telefono... e ora anche sul blog? ;)
Fabrizio, Max e Marchettara, ma lo dovete scrivere sul vostro, di blog, non su quello degli altri, altrimenti l'effetto "virale" và a farsi benedire, benedetti! ;)
Alex
Benedetto Alex,
il mio non è un blog personale... ho già rivelato poco tempo fa 5 cose su di me, rompendo col flusso tradizionale, per cui ora ho preferito rispondere qui dei miei peccati!
Amen
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