mercoledì, marzo 04, 2009

La crisi economica: rischi!

come avevo provato a raccontare con il primo post introduttivo a questi quattro dedicati alla crisi economica, dopo aver parlato de:
adesso viene il turno di questo: la crisi economica: rischi.
Sì perché ovviamente ci sono tanti, tantissimi rischi dietro una crisi economica, il più terribile è il fallimento, personale, societario; ma anche sociale e collettivo.
Il fallimento è un fardello che però è stato depenalizzato e decolpevolizzato anche a livello personale, quindi una cosa della quale oramai sempre più imprenditori ne vanno abbastanza indifferenti. Ahimè!

ma quali sono i rischi della crisi?
- la ristrettezza economica porta ad avere il braccino corto sopratutto verso:
a) dipendenti;
b) investimenti in R&S;
c) pensare a lungo termine.

La fluidità di cassa da esigenza diventa scopo; da obiettivo diventa unico fine.

Vediamola dal punto di vista del dipendente.
L'imprenditore che teme la crisi procede con più o meno ragione, a una serie di tagli del personale che immettono sul mercato manod'opera di tre livelli:
a) molto giovane e competitiva;
b) relativamente giovane e comunque molto aggiornata e dinamica;
c) anziana e comunque molto ipostatizzata.
Disegnando un grafico immaginate lungo la x da un lato la staticità e dall'altro la dinamicità e sull'asse delle y il fattore della facilità al reinserimento. Ovviamente all'aumentare della dinamicità diventa più facile trovare lavoro.

Questo significa per i dipendenti: che devono rimanere sempre e costantemente aggiornati per spostarsi il meno possibile nella zona degli statici (per staticità si intendeva fissità mentale, non tanto fisica, ovvio, e per età, quella mentale).

visto questo grafico l'imprenditore si ritrova nella terribile situazione di decidere a chi tagliare la testa: dinamici e facilmente assorbibili dal mercato o statici e molto probabilmente disoccupati per lungo periodo?

Qualunque scelta farà cedere all'azienda del know-how interno molto importante, derivato sì dalle competenze, ma anche dalla sintonia e forza di squadra che si è andata a creare all'interno del gruppo di lavoro. Almeno che non si lasci a casa un intero gruppo di lavoro; in quel caso l'importante per il gruppo sarà: rimanere uniti, così da potersi dare forza e essere magari assorbiti interamente da un nuovo gruppo imprenditoriale (questa sarebbe la situazione ideale... ma solo ideale temo).

Dal punto di vista della ricerca e dello sviluppo le aziende sono portate a tagliare quelli che vengon visti come i tempi morti: dedicati solitamente al cazzeggio e alla ricerca di nuovi strumenti, metodi e strategia dai dipendenti più interessati.

Il terzo è il taglio del pensiero a lungo termine, della semina e della costruzione.

3 rischi molto seri.
Mi auguro che nessun imprenditore ci caschi. Ma anche questa è solo una speranza mi sa.

Mi trovavo a parlare di cose simili, e sopratutto della ricerca dell'eccellenza nel gennaio del 2008 in un post che intitolavo:il valore son le persone.

Spero.

Spero in nuove idee, in nuove strade; spero nel coraggio e nell'ottimismo.
E nella ricerca dell'eccellenza.

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