Ho scritto un post poco prima, parlando di "comunicazione"... in senso lato.
perché era funzionale a questo.
Dopo ciò che ho scritto spero sia chiaro che non esiste una comunicazione quando non esiste un'interazione tra chi emette il messaggio e chi lo riceve.
un sito web emette un messaggio (sono sempre più certo che non sia un canale, ma un trasmettitore, non una codifica, ma il produttore del "significante"), e solo se "lo spettatore" ci interagisce si ha una comunicazione.
Questa interazione ora può avvenire a diversi livelli:
a) nella mente del lettore: in tanti leggiamo i libri, un articolo di una rivista, un saggio breve e facciamo vivere il testo nella nostra mente, richiamando strani percorsi di "navigazione" con i nostri sentimenti, i nostri pensieri, la nostra memoria;
b) con attività fisiche: alcuni di noi scrivono sui libri, sottolineano le parti di articolo che hanno appena letto, aggiungono o eliminano pezzi al testo con la penna o la matita.
all'interno delle attività mentali sembra ancora difficile penetrare in fondo, ma già Arneim, e oggi Norman hanno dato una buona spiegazione del fenomeno, che sta acquisendo sempre un maggiore interesse presso i ricercatori e non solo.
per quanto riguarda le attività fisiche, queste possono essere essenzialmente di due tipi:
istintive;
intenzionali.
Ora sulle interazioni intenzionali è sempre molto più importante concentrarsi perché più controllabili da chi produce il senso del messaggio.
Possiamo chiedere, come si faceva prima con i siti di "cliccare qui";
oppure di cercare qualcosa (google è un forte esempio di interattività con l'artefatto);
o ancora di creare un percorso di navigazione, per esempio, particolare: comunitàzione.it ne offre diversi.
Ma tutti i messaggi hanno un senso quando esiste l'interazione.
Questo è valido non solo per i messaggi ipertestuali, ma anche per i messaggi pubblicitari e, in generale, per i messaggi di comunicazione.
Quanto esiste l'interazione con il messaggio, sia essa mentale o fisica, è allora che si crea la comunicazione.
E' interesse delle aziende comunicare con i propri pubblici. Farli dunque interagire con il proprio messaggio.
Esistono diversi metodi e diverse strategie per far avvenire questa interazione.
Quando non c'è interazione, non esiste comunicazione.
Questo ovviamente è il mio parere.
Non esistono più bersagli da colpire: ormai tutte le persone sono dei bicchieri molto pieni, nei quali aggiungere nuovi liquidi significa in qualche modo far uscire quelli vecchi.
La metafora con i liquidi la trovo molto comoda per descrivere l'utente di comunicazione dei nostri giorni: un bicchiere nel quale c'è molto liquido, quando non è colmo, nel quale inserirne del nuovo è sempre molto più complicato; il metodo più semplice sembra sia quello di dirgli: svuotati un po' che ti aggiungo del liquido migliore.
ma magari anche di questo argomento, se vi interessa, ne parleremo ancora.
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