In questo caso avrei voluto disegnare un bel pullman che, sulle strisce pedonali, investe un po' di gente, per rappresentare l'investimento pubblicitario.
Però mi arrogo il diritto di citare Massimo Troisi:
A Napoli la disoccupazione è un problema che va risolto.
E i politici ce la stanno mettendo tutta. Hanno pensato di risolverlo con gli investimenti.
Solo che poi hanno visto che con un camion dei carabinieri riescono a investirne uno, due. Quelli so tanti, son troppi ecco.
Se vogliono risolvere veramente il problema,
con una politica seria e impegnata,
l''unica cosa da fare: han' e pijlia camion più grossi.
E i politici ce la stanno mettendo tutta. Hanno pensato di risolverlo con gli investimenti.
Solo che poi hanno visto che con un camion dei carabinieri riescono a investirne uno, due. Quelli so tanti, son troppi ecco.
Se vogliono risolvere veramente il problema,
con una politica seria e impegnata,
l''unica cosa da fare: han' e pijlia camion più grossi.
I camion più grossi, bisogna prendere.
Ed ecco allora che gli investimenti pubblicitari si spostano dove batte la lingua: si parla così tanto dell'internet che molti sono pronti a scommettere che gli investimenti sull'internet batteranno (o hanno già battuto, sentendo alcuni) quelli nella tv. Per altri invece, ovviamente, il vero investimento sarà il mobil advertising: altro punto dove batte la lingua.
Allora, dove si stanno spostando gli investimenti pubblicitari?
Beh, in Italia sono abbastanza fermi, con una buona rincorsa verso la rete e una corsetta verso il mobile. Ma la tv la fa da padrona.
In Italia poi, anche il guerrilla marketing sta riscuotendo, dopo più di 20 anni dalla sua introduzione, un discreto successo, sopratutto tra i blogger ad esser sinceri.
E allora? beh, i dati non parlano chiaro: sono pochi, frammentati, frammentari, e troppo spesso generati da "parti in causa" che hanno poca necessità e tanta virtù nel dipingerli in un modo diverso da quello reale.
E quindi? non ci resta che affidarci alla buona, vecchia e a me cara osservazione.
L'internet è sempre più usata, ma all'interno di comunità ristrette: più persone lo scoprono e più spingo i propri pari ad usarla. Ma come evidenziano i dati di Giancarlo Livraghi non solo l'Italia è ancora indietro rispetto ad altri paesi, ma è un arretramento che ha origini lontane: pare infatti che dove siano diffusi l'uso dei libri e dei quotidiani, più alta sia la propensione all'internet. Ovviamente dunque in Italia, leggendo poco libri e quotidiani...
E allora? Gli investimenti pubblicitari si spostano, si sposteranno o converrebbe spostarli sull'internet?
Che ci sia un incremento costante (non esponenziale) è un dato di fatto, anche perché è costante l'incremento dell'uso della rete.
Larghe fasce della popolazione non accedono all'internet: sopratutto i ceti bassi. Ovviamente questo significa che ci sono ottime fasce all'interno delle quali investire per creare dei nuovi servizi da offrire a queste persone.
Cioè, se uno non usa l'internet, a volte potrebbe esser perché non ne ha bisogno? vive bene anche senza la rete? non sa che farsene?
Quindi ci sono grandi spazi nei quali lavorare, non solo per accapparrarsi gli utenti che già sono collegati alla rete, ma per spingere anche nuovi utenti a collegarsi... casalinghe con più di 50 anni, pensionati da lavori edili o agricoli; sono solo alcuni esempi di fasce della popolazione italiana che personalmente ho potuto constatare, non abbiano un grande interesse verso l'internet.
Ok, attrarre nuovi investimenti sulla rete, ok iniziare a dirlo, così magari qualcuno ci casca e inizia la corsa verso la rete, ma un ottimo metodo sarebbe proprio quello di attrarre nuove persone verso l'uso di questo medium e di questo strumento.
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